Se mai vi capitasse di tornare a casa particolarmente stanchi, prima di immergervi nelle rotondità di un bel bagno caldo, tralascerei per una volta Diamond Life di Sade e metterei sul piatto questo “Catching currents” della bella olandesina Fridoljin.

Con dischi come questo, che flirtano col jazz e la lounge music, il rischio che vengano classificati come semplice musica di sottofondo è molto alto. Tuttavia, vi dico, questo lavoro l’ho acquistato appena uscito (ottobre 2015) e ancora ne apprezzo le intelligenze formali nonché le intuizioni emotive.

In soli 8 corposissimi brani Fridolin e la sua band ricamano trame di elevatissimo easy listening cinematico respingendo i pericoli delle scontatezze che il genere di riferimento potrebbe richiamare.

I brani sono tutti molto ampi: 5 minuti in media di dilatazioni piano-chitarra a cui si aggiunge una sezione ritmica che si sposta agilmente fra il nu jazz, il pop acustico e persino la jungle (“Guards down”).

L’ensemble è talmente bravo e raffinato che sta riscuotendo elogi dall’inghilterra al giappone.

Un merito particolare per la scrittura e, soprattutto, per la voce di Fridoljin. Che non è una patacca: si sposta sulle note con molto controllo cercando le armonie più insolite e i fraseggi più elaborati.

Che dire, mi ha sorprendentemente conquistato.

Potete ascoltarlo per intero qui

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