"Metropolis". Il film che meglio rappresenta le sorti e le pulsioni dell’intera umanità.

Con quale forza d’animo ci si può avvicinare nel recensire un film di codesta portata? Solo con l’umiltà di chi sa di avere a che fare con un’opera che travalica il suo significato puramente cinematografico per assurgere a vero e proprio Manifesto Esistenzialista e trattato Storico/sociologico per una grandissima schiera di estimatori sparsa in tutto il mondo.

Questo “Metropolis” di Fritz Lang, del 1926, infatti, è un film che ha fatto proliferare intere bibliografie sul significato intrinseco e non di questa storia di fanta/politica, immagignifica e anticipatrice di mondi e visioni che ancor oggi restano drammaticamente attuali. Si è parlato a più riprese di “Messaggio Cristiano” (la figura dell’aristocratica e diafana Maria – un nome una garanzia- che, illuminata dalla sua coscienza, si converte al volere del popolo), di “Messaggio Marxista-Leninista” (la presa del Potere da parte del Popolo), di “Visione Dantesca” (la volumetria dei piani alti paradisiaci e quelli bassi infernali), quella “Apocalitica” (la distruzione di tutto per velocizzare la futura rinascità della nuova società) e di molte altre interpretazioni tutte valide e plausibili, con diversi piani di lettura sovrapponibili e, a tratti, perfettamente distinguibili all'interno dell'opera.

Metropolis è uno dei primi film di Fantascienza dove il regista Lang (spero che qualcuno inizi a recensire altre sue opere!) coniuga perfettamente idee avanguardiste di architettura scenografica, ritratti fotografici e psicologici di archetipi di un’intensità più unica che rara, contenuti filo-comunisti (quando ancora il termine “comunista” aveva solo eccezioni positive e ideologicamente pure) nell’eterna lotta del Potere (privilegio di una piccola casta) verso la classe operaia (sfruttata e senza alcun diritto…toh, che novità!). Il tutto condito e tenuto assieme da un rigore cinematografico e una capacità compositiva nell’inquadratura e nella fotografia davvero encomiabili.

Uno dei grandi film tutelato dalla Storia (l’Unesco lo ha inserito tra le opere “Patrimonio dell’Umanità” e pure l’Onu lo ha selezionato per il “Memory of the World” nel 94!) he è stato recentemente “rimasterizzato”, nel 1994 appunto, grazie a una colorazione dei master originali (oserei dire “superflua quanto inutile”) e la riscrittura della colonna sonora originale di Giorgio Moroder (altrettanto prescindibile!!).
Un film fortemente simbolico e idealista, con la rivolta del popolo/operaio verso la dittatura che lo opprime, che ci parla di valori forti (e se vogliamo anche un po’dimenticati) come il diritto alla Libertà come Valore Supremo, la voglia di ambire a un mondo migliore, la rivoluzione possibile che parte “dal basso”, dalle strade e dalle fabbriche, insomma, dalla gente (il periodo delle lotte sindacali degli anni 70 dovranno aspettare quasi 50 anni!!).

'Metropolis', in fondo, ci parla di noi, dei nostri desideri e delle nostre pulsioni, filtrate dall’occhio e dalla sensibilità di un’epoca (il 1926) che aveva appena passato l’incubo della Prima Guerra Mondiale e che ignorava l’avvicinarsi del secondo conflitto internazionale da lì a 20 anni.

Un film CONTRO ogni forma di violenza e un certo modo di intendere il Progresso e la Modernità ma che si scaglia anche contro la “rivoluzione incontrollata” figlia del Caos che immancabilmente porta solo a un nulla di fatto, ma anche un’opera A FAVORE della Speranza verso un’Umanità che solo se saprà armonizzare le sue frange estreme (bella la scena finale della mano destra e della sinistra che si stringono tra loro in segno di cooperazione) potrà aspirare a un Mondo veramente migliore.

Cosa che, a giudicare da come sta andando tutto per il peggio (dalla situazione politica internazionale agli ultimi resoconti catastrofisti sull’ambiente) è ipotizzabile solo nell’anno del MAI.

Carico i commenti... con calma