I Fun lovin' criminals furono uno dei gruppi americani più divertenti e spigliati nella seconda metà del decennio scorso, in virtù soprattutto di questo loro debutto sulla lunga distanza del 1996.

Il grunge stava declinando, e il successo negli States iniziò ad arridere anche ad artisti che non scimmiottavano tristezza e desolazione di derivazione cobain-vedderiana: si pensi agli Smash Mouth o ai No Doubt.

Il trio newyorchese seppe raggiungere visibilità grazie ad una spassosa miscela di rap, jazz e rock - avendo come stella polare la genialità di Beck e dei Beastie Boys - e riuscendo a condirla con atmosfere metropolitane ispirate ai film di Scorsese e Tarantino, aggiungendo groove sensuali provenienti dal nume tutelare Barry White. Proprio il feroce Quentin fece portare il terzetto agli onori della cronaca. Il singolo "Scooby snacks" (indolente e strascicato folk dalle cadenze hip hop: un piccolo classico) campionava infatti dialoghi tratti da "Reservoir dogs" e "Pulp fiction". Appena il relativo video apparve su MTV per diventare poi un hit, l'avido regista pretese i diritti, facendosi riconoscere addirittura come co-autore del pezzo.
L'iniziale "Fun lovin' criminal" è un po' il manifesto sonoro del gruppo: jazz, rap e slide guitar in un colpo solo. Riuscite sono anche "Coney island girl" che suona come un Lou Reed spagnoleggiante, il complesso affresco gangster "King of New york" e il funk impaludato di "Come find yourself". In quest'ultima specialmente Huey e soci regalano una perla, suonando un po' come se i dEUS di "Worst case scenario" si fossero spogliati della loro patina intellettuale europea, per immergersi in certi torbidi locali notturni newyorchesi.

Un buon esordio dunque, che avrebbe meritato una stella in più se non ci fossero stati alcuni episodi - tipo "Bombin' the L" - in cui si riciclano senza troppa fantasia gli stilemi rap-rock di "Licensed to ill", o alcuni brani tipo "I can't get with that", adatti a chi si diverte ancora ad ascoltare cover di "Sexual healing". Purtroppo i successivi dischi avrebbero concentrato l'attenzione sugli aspetti più groovy, ma anche pacchiani del sound Fun' lovin criminals, per sfociare nel temibile "Loco", con osceno videoclip dai sapori briatoriani che ancora alberga nei nostri incubi come inarrivabile esempio di nadir artistico.
Se date una festa, fate una cosa giusta e buona: procuratevi questo Cd.

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