L'idea di una recensione per questo disco inizialmente non aveva la priorità, avrei trovato il momento giusto più avanti, ma giorni fa mi sono imbattuto nella notizia della morte di RONNIE MONTROSE, e lungi da me il desiderio di un necrologio dovuto, la motivazione principale è solo quella di riesumare un disco splendido e assai poco conosciuto, tra i migliori esempi di AOR americano.
MONTROSE è anche il nome di una hard rock band, il cui disco omonimo di debutto, uscito nel lontano 1974, è ancora oggi citato dai critici come uno dei migliori esordi discografici della storia del rock, con conseguente lancio del selvaggio estro chitarristico del leader, grande maestro della sei corde ma pessimo uomo d' affari, tant'è che il gran botto iniziale gli si ritorcerà contro negli anni a venire, con scelte avventate nella gestione della line-up e scarsa ispirazione compositiva. Tre anni dopo, lo scioglimento non sconvolge nessuno, il buon Ronnie ripiega in una carriera solista sullo stile di JEFF BECK, un album strumentale che anticipa i piani per un nuovo gruppo, e a fine decennio i GAMMA sono cosa fatta.
Purtroppo i problemi del passato si ripropongono in modo ancor più evidente: nel frattempo la scena rock è cambiata, la ELEKTRA preme insistentemente alla ricerca di facili guadagni, GAMMA 1 e GAMMA 2 non servono a scrollare via la polvere di quel maledetto esordio che continua a vendere costantemente negli anni, oscurando tutto il resto.....ma inaspettatamente arriva la svolta!
Tra i vari cambi di formazione, il 1981 vede l'uscita dello storico tastierista JIM ALCIVER: Ronnie lo sostituisce con un perfetto sconosciuto, MITCHELL FROOM, personaggio con nessuna esperienza discografica di rilievo alle spalle, ma che si porta appresso il suo bagaglio di elettronica, prinicipalmente SYNCLAVIER e FAIRLIGHT, e una valanga di idee ancora inespresse. Il risultato e' una serie di brani scritti dal duo, con l'apporto del paroliere JERRY STAHL, completamente diversi anche dal materiale più recente: prendendo come riferimento FOREIGNER 4, uscito pochi mesi prima, il tutto viene portato alle estreme conseguenze, al punto da annullare la band di Mick Jones, che pure aveva tentato con gran fortuna il binomio electro-hard in pezzi come URGENT.
Ciò che rende GAMMA 3 commerciale ma non commerciabile e' il sound generale, perfetto ma non ruffiano per ingraziarsi le masse, con uno spolvero tastieristico talmente al passo coi tempi da stupire chiunque scopra la sua trentennale esistenza. I singoli RIGHT THE FIRST TIME e STRANGER insieme a MODERN GIRL sono le tracce leggere, ma solo quest' ultima è reminiscente di robe già sentite, il resto mira verso squarci notturni di rock elettronico nati per suggestionare anche l'ascoltatore meno avvezzo. WHAT'S GONE IS GONE e' la perfetta colonna sonora di una corsa in auto alle 3 del mattino in una metropoli deserta; in MOVING VIOLATION l'atmosfera raggelante, quasi KRAFTWERK-oriented, si risolve in un break centrale con guitar-solo memorabile tra gli effetti nebbiosi creati da un FROOME superlativo. MOBILE DEVOTION, dai ricchissimi cambi di tempo e strepitosi duelli tra chitarra e synth, porta a un ipnotico e visionario finale, Lo strumentale CONDITION YELLOW lascia senza fiato, di americano non c'e' nulla, la chitarra si ritaglia un cameo quel tanto che basta a far rientrare il tutto in coordinate piu' simili ai TANGERINE DREAM che a un gruppo di hard rock, ma fortunatamente viene in aiuto la granitica NO WAY OUT a bilanciare la faccenda. In chiusura, il sinistro mood di THIRD DEGREE trascina il vocalist DAVEY PATTISON in uno scontro con pesanti svisate sintetiche in costante ascesa, appoggiate dal drumming potente di quel vecchio marpione di DENNY CARMASSI. Chi ne fa le spese è il bassista GLENN LETSCH, perennemente in ombra e soffocato da tastiere presenti anche in fase ritmica.
Nonostante l'eccelsa qualità, il disco non sfonda, i discografici perdono la pazienza e la band si scioglie; per Montrose inizia un rapido declino discografico e solo il suo cult-status lo salverà dall'oblio. Insieme a SIGNALS dei RUSH e WORLDS APART dei SAGA, il tetto dell'AOR.
Grazie Ronnie!
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