"Bleed Like Me" è il quarto album della band capitanata dalla carismatica Shirley Manson e dal produttore Butch Vig (ben noto per aver prodotto in passato "Nevermind" dei "Nirvana", "Siamese Dream" e "Gish" degli "Smashing Pumpkins" e, inoltre, per aver collaborato con band del calibro di Sonic Youth, soltanto per citarne una). Un album che ha rischiato di rimanere incompiuto, causa delle vicissitudini capitate alla band: infatti già in pieno "Beautifulgarbage tour" Butch Vig si ammalò di epatite e fu sostituito e, più tardi, la Manson si sottopose ad un'operazione alle corde vocali che fece ritardare l'uscita dell'album prevista nel 2004, ma slittata al 2005. Si avverte un distacco temporale con la solita routine triennale album- tour al quale i Garbage ci avevano abituato con i loro precedenti lavori.
"Bleed Like Me" è sicuramente un album che ha portato ancora una volta un'innovazione sperimentale e avrà, come sempre, colto di sorpresa i fan. Siamo ben lontani dalle origini dark e post-Curve (con i quali vengono sempre paragonati) dell'omonimo disco d'esordio del '95 che gli valse premi e riconoscimenti ed oltre 4 milioni di album venduti. Siamo anche ben lontani da quell'evoluzione elettronica di "Version 2.0", (ispirando anche i Cardigans con il loro "Gran Turismo") e siamo anche ben lontani dal cambio di tendenza di "Beautifulgarbage" (il loro miglior lavoro per riscontro commerciale ma non di critica).
Ormai non più giovani come in passato, con idee già sfruttate sembra difficile proporre qualcosa di nuovo e di non ripetitivo: eppure i Garbage ci provano lo stesso, tentando di far coesistere il passato e il presente, e nel contempo di innovarsi e continuare a sperimentare un nuovo sound. Peccato che non si possa dire che il risultato sia stato raggiunto appieno. L'album si presenta buono, di facile ascolto, resistono ancora le canzoncine innocenti che ottengono anche un buon passaggio radiofonico, ma si avverte anche la mancanza di perle come quelle del passato con i loro facili ritornelli divenuti dei veri tormentoni per gli amanti del genere (basti pensare a "Queer", "Only Happy When It Rains", "I Think I'm Paranoid", "Push It", e alle ballad come "Milk" o "You Look So Fine" che non possono essere paragonate con quelle presenti in questo lavoro).
L'album si apre come già avvenuto in passato con un pezzo forte ed energico: "Bad Boyfriend" molto grintoso, in perfetto stile grunge, grazie anche alla sapiente collaborazione di Dave Grohl, dimostrando ancora di saperci fare con la batteria; la Manson sussurra brividi, a tratti sembra arrabbiarsi e anche eccitarsi per questo suo "cattivo ragazzo" per il quale riserverà qualcosa di speciale......
Arriva però il primo smacco o meglio una prima delusione: "Run Baby Run": suono frizzante, molto imponente, un video per nulla esaltante che l'accompagna, ma una canzone per i quali sicuramente i Garbage non verranno ricordati. Solito discorso per "Right Between The Eyes", non funziona per nulla il tentativo di aprire vigorosamente la canzone sembrando di sfiorare il "punk rock" per poi regalarci ancora una volta la solita solfa di canzoncina con la banale ritmica ritornello-strofa-ritornello e finale esplosivo.
Buona invece "Why Do You Love Me" (anche primo singolo per il lancio dell'album); buona si, ma non di più. Ed ecco che arriviamo alla title track "Bleed Like Me", la solita ballad malinconica che insieme a "It's All Over But The Crying", ci lasciano un po' d'amaro e un po' di speranza in suoni tristi senza rinunciare ai campionamenti (la grande passione dei Garbage). La vera ed unica perla è l'industrial "Metal Heart": una che nasconde un crescendo nel finale esplosivo e convincente, tale da poter sicuramente essere paragonata ai pezzi contenuti in "Version 2.0".
Purtroppo però se escludiamo la folle e sprizzante "Sex Is Not The Enemy" e la ballad inquieta tipica di ogni chiusura d'album "Happy Home", il resto suona decisamente ripetitivo, e sembra che sia davvero giunta la fine di questa band che dopo aver raggiunto l'apice del successo e aver deluso molti fan con il precedente lavoro, non sembra con questa produzione sapersi riprendere del tutto. Chi si sarà avvicinato alla loro musica con il loro album d'esordio resterà deluso da questo lavoro, un disperato tentativo di voler continuare con le origini; chi invece si sarà avvicinato con il precedente album, troverà in "Bleed like me" canzoni sicuramente poppegianti e molto spensierate ma difficilmente lo apprezzerà come in passato, perché volente o dolente non ci saranno né un "Androgyny" né una "Cherry Lips" sulle quali lasciarsi trascinare per la loro ritmica.
In definitiva, il lavoro non è del tutto da scartare, i Garbage sanno ancora regalarci qualche emozione, la voce della Manson ci fa ancora rabbrividire ed eccitare; è naturale che dopo dieci anni ci sia bisogno di un'innovazione e di andare a sperimentare nuove sonorità, ma tutto sommato ci sono riusciti perché hanno sapientemente imparato dai loro errori del passato e hanno confezionato un lavoro, sicuramente migliore del precedente, che fa ben sperare in un loro ritorno (che chissà quando avverrà dato il periodo di riposo che hanno deciso di prendersi). Ad ogni modo se i Garbage dovessero tornare (parliamo di nuovo album e non del Greatest Hits pubblicato nel 2007), sarebbero ben accolti perché hanno rappresentato una fetta, seppur microscopica, tra i tanti generi musicali presenti al momento sulla scena.
In definitiva, quest'album è sicuramente da rivalutare, un buon risultato, non senza qualche pecca, ma vale almeno la pena ascoltarlo, anche solo per distrarsi e lasciarsi trasportare in un mondo elettronico, lasciarsi catturare dalla sensualità della cantante che nonostante la sua non più giovanissima età affascina ancora ed essere sorpresi di notare tanta energia in questi quarantenni che suonano ancora con la stessa foga di un tempo.
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