Seppur datato (2008 l'anno di uscita), "Disconoir" è l'ultimo lavoro degli italianissimi (Torino) e storici (attivi sin dal 1999) Gatto Ciliegia Contro Il Grande Freddo.
Forse tra i più conosciuti dai cultori delle sonorità post-rock autoctone, i Gatto Ciliegia sono definiti da molti come uno dei primi gruppi "post-rock strumentale" italiani. Senza dilungarsi troppo in queste informazioni enciclopediche, prendiamo in esame questa ultima (attualmente) proposta discografica del gruppo torinese.
Per apprezzare il disco, bisogna principalmente soffermarsi sul titolo: "Disconoir".
Per un gruppo come i Gatto Ciliegia, sfruttati spesso per la composizione di colonne sonore di produzioni cinematografiche italiane (una tra le più conosciute è la colonna sonora di Cosmonauta, di Susanna Nicchiarelli -2009) sembrerebbe scontato pensare, dal titolo, che il disco si presenti come una tipica colonna sonora strumentale di un fantomatico film noir. Ma così non è.
Per definizione wikipediana, "si considera il noir differente dal poliziesco tradizionale, perché lo scopo del libro non è soltanto di raccontare e risolvere un crimine. Alla fine del romanzo il lettore deve riflettere, rispetto a ciò che ha letto, sulla realtà che gli sta intorno, deve analizzare il mondo che lo circonda in base alle informazioni che riesce a raccogliere dalla storia. La soluzione del crimine passa quasi in secondo piano".
Ecco che allora, "Disconoir", grazie a questa lettura interpretativa, diventa esso stesso un prodotto noir. Questo album è un romanzo, dove ogni canzone svolge una funzione di continuità narrativa in una storia che bisogna riuscire ad interpretare liberamente nel corso dell'ascolto di questo album che, musicalmente, risulta completo di varie sonorità (melodie poco banali, ritmi coinvolgenti, inserimenti elettronici con un giusto uso di sintetizzatori che non assumono il solo scopo riempitivo melodico uniti a tonalità blues) che ricordano, a volte, gli Emiliani "Offlaga Disco Pax".
Ecco che, dunque, ci si può ritrovare nelle tenebre di un criptico sobborgo metropolitano, dove si trova la cantina del "Doctor Killdare"; oppure ci si può catapultare in un giardino pubblico, dove due amanti che si ritrovano in "Come Una Milonga", rivivono il ricordo di un precedente periodo sentimentale altalenante in "Niente Baci Alla Francese".
Un disco che dunque coinvolge sia durante, che dopo l'ascolto.
Non esistono esplosioni tipiche di qualsiasi gruppo Post-rock con delay "a palla" e distorsioni sempre più marcate. La sobrietà (vista come pregio e non difetto) impera nel sound dei Gatto Ciliegia, che riescono comunque a sviluppare melodicamente (con variazioni di tonalità o modulazioni dei vari riff) le canzoni, che non portano alla noia, ma, come un bel libro, ti invogliano ad ascoltarle una dopo l'altra, capitolo dopo capitolo.
Notevoli anche, a mio parere, le "Bonus Track" (non più strumentali) svolte in collaborazione con vari artisti italiani. In particolar modo il dualismo proposto tra "Stella che non dimentica" e "Stella che non ricorda niente", l'una assieme ai Moltheni, l'altra con i Velvet. Le canzoni non sono collegate tra loro (se non concettualmente) ma sono entrambe caratterizzate da un sound adatto agli artisti ospiti, ed i testi non sono da meno.
Un prodotto del tutto italiano, dunque, che merita assolutamente un ascolto e non deluderà gli amanti del genere post-rock strumentale. Un bel disco che merita un bel voto.
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