George Gershwin non è un artista da discografia, non ha mai scritto per creare un album e vendere dischi, ma ha scritto per il cinema, per l'intrattenimento, per la musica stessa. Lo ha fatto più di 700 volte. Qualunque tipo di raccolta essenziale o best risulterebbero riduttivi perchè questo è un'artista immenso. I suoi pezzi sono stati ripresi da centinaia di artisti, le sue colonne sonore sono parte della storia del cinema e parlare di musical vuol dire inevitabilmente parlare di Gershwin. Magari di lui vi ricorderete solo "Summertime" che è un pezzo del 1933, il pezzo più riproposto di tutti i tempi (conta 1500 diverse versioni). Invece questo artista ha lasciato un'eredità incredibile e le sue rapsodie, i suoi movimenti, il suo contaminare musica classica e jazz, lo rendono artista immortale ed imprescindibile. Per onore, va ricordato il suo prezioso collaboratore, fratello e paroliere di qualità altissima, Ira Gershwin.

Per tracciarne un percorso, tesserne le lodi e l'importanza, vorrei analizzare questo greatest hits edito da Sony che svaria dal jazz a sound più classici ed orchestrali. 11 brani di qualità sopraffina.

"Strike up The Band" è un brano creato appositamente per una commedia musicale dal titolo omonimo, interpretata da Mickey Rooney e Judy Gardland. La colonna sonora vinse l'oscar. In questo pezzo si assapora il carattere orchestrale da marcetta sinfonica. Un suono pieno, ricco di fiati ed archi, dall'incedere allegro e potente.

"Rhapsody In Blue" è un pezzo strepitoso e romanticissimo (che Allen usò per aprire "Manhattan") con un clarinetto penetrante e un accompagnamento maestoso di fiati. Il pezzo che coniuga musica jazz ed ochestrale risale al 1924 ed ha un'atmosfera incantevole e trascinante. Con questo brano Gershwin voleva identificare l'America intera, caleidoscopio di razze, fondendo due generi appartenenti a due radici musicali diverse. Un riuscito capolavoro dal sapore eterno.

"Prelude No. 1" è salooniana, con spigolature classiche ed accenni sudamericani, vivace e con un suono essenziale di piano solo. Un crescendo continuo fa di questa rapsodia anni 30 un magico e colorato percorso uditivo.

"Piano Concerto in Fa" è di matrice orchestrale, dal suono robusto e incredibilmente moderno. Fa parte delle rapsodie in blu, del 1925 e si staglia in un 3 movimento tra "allegro ed allegro agitato". Vera e propria opera a dimostrazione delle grandi capacità compositive di Gershwin. Il brano è tutt'oggi ripreso da orchestre filarmoniche di tutto il mondo.

"An American in Paris", vivace brano orchestrale del 1950 scritto apposta per il musical omonimo interpretato da Gene Kelly ed altro oscar vinto con Saul Chaplin per la migliore colonna sonora.

"Prelude No. 3" ha un sound tangato e jazzato, altra elegantissima rapsodia dalle venature malinconiche.

"Medley From Porgy and Bess" è un brano orchestrale che contiene la famosissima "Summertime". Risale al 1930 ed è scritta per una storia d'amore afroamericana. La chiave interpretativa originale di questo brano è spiritual-folk, quindi denota sonorità molto malinconiche e piene di sofferenza.

"Fashinating Rhythm" è quasi un canto spiritual trasportato da sonorità classiche, risale al 1924 ed era stato scritto per il musical "Lady Be Good" con Fred Astaire. Le liriche sono naturalemente di Ira Gershwin affascinato a sua volta dalle radici della musica nera, dalla sua melodia e la forte spiritualità delle parole.

"Promenade (Walking the Dog)" è geniale,  serena, ritmica e jazzata ed è stata scritta per "Shall We Dance"(1937), indimenticabile musical con Fred Astaire e Ginger Rogers. Nella colonna sonora c'è anche la meravigliosa e romanticissima "They Can't Take That Away From Me". Desta stupore come la colonna sonora abbia ricevuto solo una nomination all'oscar.

"Lullaby" è una sorta di ninnananna musicale ovviamente morbidissima, che fa parte del musical "Porgy and Bess" (1935). La caratteristica di questo pezzo è il cromatismo melanconico e le strazianti note in minore. Pezzo naturalmente rivisitato e classico della musica orchestrale.

"Cuban Overture" è tempestuosa e graffiante, in un inseguimento languido di archi e fiati. Il pezzo è del 1932, scritto appositamente per orchestra sinfonica,  e desta stupore la scelta di inserire percussioni cubane che fanno avvicinare il brano, indiscutibilmente classico, a sonorità latino americane come quelle della rumba. Una sorta di ancestrale fusion.

Non è nulla, in confronto al maestoso lavoro del maestro newyorkese. Mancherebbero pezzi come "Swanee" (il suo primo musical) o "I Got Rhythm" (dal musical "Crazy Girl") o "Of Thee I Sing" (commedia che vinse addirittura il premio Pulizer) senza contare tutti i suoi pezzi che Ella Fitzgerald o Frank Sinatra hanno reinterpretato. Ma può bastare. Un grandissimo.

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