Elegante, pulita e leggera. Tre aggettivi per descrivere una commedia fresca e ammiccante nonostante l'attenta ricostruzione storica e lo sfondo, quello della Chicago degli anni '30, impossibile da tenere fuori dalla scena.

"The Sting" il suo piccolo ruolo nella storia del cinema lo ha per vari motivi, sicuramente l'intelligenza con cui è costruito il plot, le carte in tavola  vengono mostrate ma fino ad un certo punto. Non ha grandi pretese ma vanta una coppia d'attori affiatata, Redford e Newman (nuovamente insieme dopo "Butch Cassidy"), e un grande attore forse un po' dimenticato, Robert Shaw . Redford e Newman sono perfetti nel loro ruolo di imbroglioni che tentano il colpo grosso ai danni di un potente boss di New York, Shaw "È inutile essere un artista se devi vivere come un impiegato". La storia è semplice, però stupisce l'ingenuità con cui i due truffatori costruiscono la loro "stangata" e come il malavitoso si faccia fregare, il tutto, nella sua cristallina genialità, quasi farsesco. Robert Roy Hill regge questo gioco di trucchi più o meno svelati con grande sapienza, è una commedia e si ride ma qualche riflessione sugli USA di quegli anni l'alimenta. La povertà, un paese in costante mutamento, dai mille volti e dalle mille storie. E chissà quanta gente proprio come Henry Gondorff e Johnny Hooker ha cercato di sopravvivere di piccole truffe e furti sognando il grande colpo, la stangata.

Se non lo avete mai visto è un peccato, ed è giunto forse il momento di lasciarvi piacevolmente trascinare dalle peripezie di questi due mascalzoni sulle note di ragtime di Scott Joplin.

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Altre recensioni

Di  enbar77

 Il desiderio di Hooker è quello di mettere Lonnegan in ginocchio, anche perché non avrebbe il coraggio di ucciderlo.

 Uno dei più grandi finali della storia del cinema, che lascio in sospeso per invitare alla visione di questa commedia eccezionale.