Questa volta niente presentazione dell'artista, in quanto GG Allin non ne ha proprio nessunissimo bisogno.
Le sue gesta e i suoi ideali, come è naturale che sia (in caso contrario, respect), possono essere discusse e non condivise ma qui lo sguardo è rivolto alla sua musica e basta.

Musicalmente parlando quindi, bisogna dire che Allin è stato un personaggio che ha militato in una caterva di gruppi e nel suo curriculum vantava un'ampia produzione musicale.
"Brutality And Bloodshed For All" rappresenta il suo ultimo lavoro prima di passare a miglior vita, da definirsi "semi-postumo" in quanto morì a metà strada tra la registrazione e la pubblicazione del disco nel corso dell'anno 1993.
Per l'occasione il gruppo di supporto furono i Murder Junkies (la terza incarnazione), che vedevano al basso il fratellone Merle Allin Jr., William Gilmore Weber III alle chitarre e Donald "Dino Sex" Saches alla batteria. Tra l'altro, senza Weber, la band continua a suonare, seppur pubblicando sporadicamente e svolgendo piccoli tour a livello nazionale.

Quasi tutta l'intera tracklist venne scritta da Allin mentre era incarcerato presso la Jackson State Prison, nel Michigan, e dando un'occhiata generale al disco si può notare come la produzione sia sorprendentemente migliore, con degli standard di registrazione quasi considerabili di qualità (caratteristica che era solita venire a mancare nelle precedenti uscite). Di conseguenza, proprio grazie a questo "rinnovato" sound e ai Murder Junkies, i brani acquisirono una riscontrabile e non indifferente pesantezza: la proposta musicale di Allin in questo periodo era per la maggior parte classificabile come Punk Rock ma in questo disco diventa una sorta di "Punk Rock potenziato", una non-ricetta di Punk con pizzichi di Hardcore e Metal.

Per quanto riguarda la composizione e le prestazioni nel dettaglio, risalta senza dubbio la caratteristica vocalità di Allin: il suo "cantato" è peggiorato (da decidere se in senso buono o meno) in maniera notevole, ormai trasformato in un depravato grugnito cavernosamente profondo, il verso gutturale di una creatura animalesca mentre inchiappetta chissà chi e/o cosa. Questo tipo di vocalità sembra risultare perfetta per l'interpretazione di alcune tracce e, in particolare, i loro testi, come nel caso dell'opener "Highest Power" e "I'll Slice Yer Fucking Throat". Se già conoscete le gesta di questo personaggio, potete anche immaginarne le liriche.

Il resto della combriccola fa il proprio modesto lavoro da backing band Punk per una buona metà del disco, proponendo qualche brano d'estro come le sfuriate iniziali "Highest Power" e "Kill Thy Father, Rape Thy Mother" ma soprattutto "Shoot, Knife, Strangle, Beat, And Crucify", brano molto più lento dello standard complessivo e con un ottimo ritornello "stile coro hooligan"; invece, dalla seconda parte in poi, si fanno spesso trovare poco ispirati proponendo pezzi mediocri, con buone dosi di banalità e ridondanza , come nel caso di "Fuck Off, We Murder", "Bastard Son Of A Loaded Gun" e nella titletrack, dove addirittura vanno a scopiazzare l'intro da "Do You Remember Rock 'N' Roll Radio?" dei Ramones.

Detto questo, però, resta comunque tra i suoi migliori album (nel complesso), quindi sarebbe anche 3 e mezzo e meritato.

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