Di nuovo qui a parlarvi di un disco che ha scalato tutte le classifiche! Dopo i dischi politici degli anni '70 (politici ma non solo, ironici, malinconici, sovente geniali) Gianfranco Manfredi noto ad alcuni per il suo lungo sodalizio con Ricky Gianco ad altri per essere lo sceneggiatore del bonelliano Magico Vento ad altri ancora per i numerosi romanzi che ha pubblicato a partire dagli anni '90 incide questo album che fotografa in modo perfetto il riflusso imperante del periodo. E' questo l'argomento principe di pezzi come "Allo Sbando" e "Abbiamo scherzato" dove si tratteggiano ironicamente i duri cambiamenti degli ultimi anni e si intuisce il veloce passaggio dalla barricata al capitale fatto da molti ex compagni protagonisti del rampantismo degli anni successivi.

Mutamenti che si insinuano  nel privato  come in "Insonnia", "Silenzio" o "Questa sera" che già dai titoli richiamano la necessità di un nuovo corso, lontano dai clamori della piazza, un intimo ritorno a se stessi.

In altre canzoni la vena graffiante di Manfredi riesce a pungere ancora, come ne i ritratti de "Il saggio" o de "Il mago" e nella tirata "Case" forse il pezzo più convincente insieme a "E' Cinema" nata dalle esperienze sul set dell'autore, briosa e divertita, una delle più belle canzoni italiane sull'argomento.

Il disco non solo non annoia (Manfredi con l'aiuto di Gianco è maestro nel rivestire di melodie accattivanti i suoi testi) ma è ben suonato e cantato, ricco di arrangiamenti bizzarri; Manfredi conferma la creatività degli anni precedenti e la aggiorna al mutato clima sociale senza perdere in incisività e intelligenza. Per lungo tempo sarà l'ultimo lavoro discografico di Manfredi che tornerà con un intero Lp a suo nome solo nel 1993 con 'In paradiso fa troppo caldo' altro ottimo lavoro. Per chiudere una sola frase, al Mago che sbraita: "Oggi cancellerò anche Dio!", Gianfranco, salace risponde: "Troppo facile: non c'è; cancella un tuo capello bianco!"

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