Esile, ritroso, quasi che non voglia parlare troppo dell'argomento di cui tutti si aspettano che parli. Va bene non insistere sui fatti storici, dati per assodati, ma se questo significa insistere sterilmente per due ore intorno a un personaggio semplicemente antipatico, inchiodandolo nel suo esilio finale, con dialoghi stitici, brutti, personaggi di contorno di dubbio interesse, lungaggini narrative inutili... Be' allora forse era meglio ribadire il già noto, fare una cronistoria.

È una bocciatura secca e senza appello, perché in questo film non funziona praticamente nulla. Non dà nulla a livello di contenuti (i due o tre spunti su quei fatti là sono superficiali, basici) e si incaponisce sulla visione di quel pachiderma decaduto, insiste sui sospiri e sui gesti di un Pierfrancesco Favino che imita benissimo Bettino. Ma, appunto, imita. Non dà nuova vita al personaggio storico nella sua veste cinematografica, non osa arricchirlo, espanderlo pur rischiando di tradire un po' l'originale. Il rigore nell'imitazione limita e infine impoverisce la maschera, che continua a ripetere i suoi tic per tutto il tempo.

Ma dove vuole andare a parare? Ci si chiede per almeno un'ora. Sembra di vedere uno studentello che la prende larghissima perché non vuole affrontare il cuore della domanda. Perché la domanda c'è, è cogente, ma le risposte sono le solite, evasive. Non ha nulla di nuovo o diverso da dare, Amelio, e quindi guarda altrove. Guarda all'uomo, ma è una visione povera, e monta allora la rabbia per quello che sarebbe potuto essere questo film, un film su Bettino Craxi che avesse il coraggio di parlare davvero di Bettino Craxi.

Quando un politico (senza nome) arriva ad Hammamet, verso la fine, si spera in qualcosa di succoso. Vengono in mente gli spettacolari colloqui di Loro (Sorrentino) tra Berlusconi e Doris, tra Berlusconi e Mike Bongiorno. Delle iperboli meravigliose, che non temevano di superare il dato reale, perché lì i personaggi del film non si preoccupavano di esondare i personaggi storici. Il Silvio del film non era solo il Silvio reale, gli assomigliava molto, ma era qualcosa di più. Qui invece domina la paura, un'asciuttezza senza sottotesto alcuno. E si finisce per dire poco niente, resta solo qualche simpatico motto, qualche punzecchiatura tra Bettino e varie figure di cui spesso ignoriamo persino il nome.

E pure il suo nome, Bettino Craxi, non compare mai. Segno di una ritrosia davvero eccessiva se si vuole fare un film su una simile figura. Qui davvero di cinema ce n'è ben poco. È una sfilata in maschera di Favino che imita senza ridare vita a un uomo che nel bene e nel male si meritava un film di tutt'altra statura.

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