Attiva già da qualche annetto e nel 2022 al suo esordio con questo “DIAMANTI”, la torinese Ginevra Lubrano, in arte semplicemente GINEVRA, è un’artista la cui musica non aveva suscitato in me una prima impressione particolarmente entusiasmante, complice il fatto che si fosse esibita su un palco, quello del Pride di Milano, che non la valorizzava per nulla e che ben poco faceva emergere delle sue qualità di autrice e compositrice. Lei stessa, oltretutto, in un contesto come quello sembrava un po’ un pesce fuor d’acqua, schiacciata com’era da una scaletta che l’aveva piazzata come antipasto per artisti più o meno famosi e più o meno bravi.

Fortuna vuole che per puro caso, nel mezzo di una ricerca di qualcosa di nuovo da ascoltare, mi sia imbattuto nel suo album di debutto, che, lontano dalla calca e libero di risuonare nel silenzio di un ascolto solitario in cuffia, mette la sua autrice sotto tutta un’altra luce. Trattasi infatti di un gioiellino elettro-pop intimista ed etereo, pregno di un’atmosfera notturna che a tratti rimanda ai gelidi scenari sonori proposti dai Royksöpp e dai Portishead. Esemplari, in tal proposito, “OCEANO” e “CIGNO”, rispettivamente apertura e chiusura del disco: la prima è una dolce ballata su cui si staglia un algido tappeto sintetico (con tanto di campionamento di lusso del duo britannico Autechre), la seconda è una retrospettiva di vita scandita da un raffinatissimo beat elettronico, a sua volta annegato in una nebbia di tastiere e voci campionate. E ciò che sta nel mezzo della scaletta non è meno interessante, tra delicate pulsioni dance-house (“ANARCHICI”), fumosi accenni di trip-hop (“CLUB”), improvvisi scatti drum’n’bass (“CALAMITE”, “RAGNATELE”) e qualche piacevole divagazione più puramente pop (la title-track e “ASTEROIDI”). In tutto questo la nostra non è solo una buona interprete, ma da brava padrona di casa si sceglie pure dei bravi collaboratori per dare al tutto il suono giusto: forgiato insieme a Marco e Francesco Fugazza, con cui Lubrano aveva già collaborato per l’EP “METROPOLI”, il suono di “DIAMANTI” è di un’eleganza che ha quasi del miracoloso per il modo in cui riesce a tenere insieme idee e spunti interessanti e a dare a ogni pezzo una personalità distinta, ma facendo suonare l’insieme perfettamente coeso sia nei passaggi più delicati e intimisti, sia quando invece c’è da spingere con basso e batteria.

Davvero niente male per un esordio, considerato anche che pure i brani meno convincenti contribuiscono, comunque, a rafforzarne ulteriormente l’identità sonora ed estetica, col risultato che al primo disco GINEVRA dimostra una personalità artistica già molto rifinita e riconoscibile, oltre che da tenere d’occhio in attesa di futuri sviluppi.

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