Precipito in un The Cage quasi privo di spettatori, deluso dopo aver versato un litro di birra doppio malto in parte al suolo in parte nel mio stomaco e di quello della ragazza che mi ha accompagnato fino a Livorno. Ripenso a quante volte ho assistito in passato alle performance di Canali e mi rendo conto di non riuscire a contarle. D'istinto do la colpa all'età, ma poi mi ricordo che non sono poi ancora così vecchio e che il signore sul palco che sputa e da le testate al microfono sfidando da tempo i limiti del trauma cranico ha venti anni più di me. Allora mi rincuoro e capisco che ogni suo concerto per il sottoscritto, così come forse per tanti altri, è sempre un'esperienza unica, privata, distinguibile nei propri ricordi dalle altre per via delle canzoni, delle interpretazioni, dell'umore di Canali, dei posti e locali a volte improbabili dove i Rossofuoco si ritrovano a suonare. Una volta trovato facilmente posto in prima fila è tempo per il gruppo spalla Phantorama di salire sul palco. I tre ragazzi di Milano si ascoltano volentieri, fanno un indie rock atipico, che non prevede l'uso della sei corde ma solo di un basso che a volte pesta ai limiti dell'industrial. La batteria, una manciata di tastiere e la voce accompagnano i miei ricordi musicali verso una band come i Dresden Dolls. Tutte sensazioni piacevoli che creano interesse verso il giovane gruppo e uccidono parzialmente la distrazione tipicamente riservata ai gruppi spalla. Una seconda birra stavolta sfruttata per intero ed è tempo di Rossofuoco. Canali oltre che essere accompagnato come al solito dalla "piovra" Luca Martelli (ex Litfiba) alle pelli e da Marco "Testadifuoco" Greco (questa sera al basso invece che alle chitarre), si affida alla Gibson di Steve Dalcol, che da anni ormai è parte integrante del gruppo, ma non sempre presente in sede live per via dei suoi impegni con i Frigidaire Tango (new wave italiana a cui dare una possibilità) e della sua vita a metà strada tra l'Italia e il Messico. Il concerto inizia senza alcun preambolo, come norma, e vengono sparati subito diversi classici come "Rossocome" e "Tutti gli uomini" o la francofona "La demarche des crabes" per scaldare un pubblico a dire il vero non numerosissimo. La folla comunque è ben disposta, compreso il sottoscritto in prima fila, e risponde presente quando vengono snocciolate quasi tutte le "perle per porci" del recentissimo album omonimo. "Tutto è così semplice", primo singolo, dell'ipersconosciuto cantautore Macromeo, è già stata memorizzata dalle cellule neurali di molti spettatori, e le poche reinterpretazioni famose, come la "Storie di ieri" di De Gregori, escono dagli amplificatori e sbattono addosso alle nostre orecchie "canalizzate" fino al midollo. Il piacere sonoro si sublima poi quando, forse anestetizzato da una boccia di gin Sapphire, Giorgio Canali sferra una delle sue testate al microfono, si allontana da esso e lascia il proscenio ad Angela Baraldi. Inizia così inaspettatamente una versione arrapante di "I wanna be your dog", con Angela (ultima vera donna dall'attitudine punk a calcare i palchi in italia) che canta e cammina a quattro zampe sulle tavole del The Cage. Non è Iggy ma chi si è accontentato questa sera ha goduto sicuramente assieme a lei... Quando l'atmosfera si è ormai nettamente scaldata guardo la gente accanto a me, volti rossi, trucchi sfatti, odori da concerto, una guardia della sicurezza che mi chiede se ho una Nissan Qashqai parcheggiata male (purtoppo no, ho una Peugeot 206 del 2004), la mia amica che come da triste copione ha ripreso metà concerto con lo smartphone, personaggi accanto che in altri tempi Dario Argento avrebbe scritturato, e mi rendo conto di non aver mai smesso di guardare il palco. Più di un'ora della mia vita è stata presa in ostaggio. Sono quasi commosso quando la poesia viene interrotta in tipico stile Canali & Rossofuoco da una bestemmia di Giorgio e dalla bacchetta spezzata del batterista che viene miracolosamente lanciata tra le tette della ragazza accanto a me. Mi soffermo un attimo sulla scena e capisco che certe cose possono succedere non solo a Hollywood se ci credi per davvero. E' un attimo e parte "Precipito" ed io con lei verso l'uscita.

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