E non so nemmeno che giorno è
ma son sicuro che sarà peggio di ieri.
Ecco, vedi, c'è il sole e
piove sui miei pensieri.
Forse un mondo migliore c'è
ma di sicuro è da qualche altra parte.

"Fuochi Supplementari - 2018"

Cosa mi spinge a scrivere di Giorgio Canali in una semifredda serata di Ottobre ? Sinceramente non lo so. Non si può avere una risposta pronta per ogni dubbio, ogni dilemma, ogni incertezza, ogni tormento personale non risolto e mai esaurito. Sarebbe come vivere la propria esistenza sotto il perenne e rigido controllo di un copione non scritto ma che puntualmente ci sentiamo in dovere di imparare a memoria, pena il totale smarrimento del nostro ego direzionale. Già...il nostro ego...in certi casi faremmo molto meglio ad avere meno controllo di noi stessi e dei nostri pensieri più personali ; dovremmo bensì vivere la vita in maniera gioviale e spensierata, senza farci innumerevoli seghe mentali sul "chiccheccosa" e sui "ma" e "perchè". Poi ci pensiamo bene, sereni e paciosi con noi stessi quando ci va, e capiamo che il nostro esistere è riposto in un mondo osceno, perverso, razzista, criminale, bugiardo e subdolo ; tutti questi elementi di "grande speranza" possono essere portati in superficie e combattuti solamente da cantautori degni di poter essere denominati tali. Uno di essi è senz'ombra di dubbio Giorgio Canali.

Con i suoi fidi Rossofuoco Canali pubblica il 5 ottobre del 2018 vivente un album dal titolo assai originale ma che di fatto è una citazione della traccia conclusiva del suo vecchio lavoro discografico ROJO (la traccia in questione è Orfani Dei Cieli) ; "Undici Canzoni Di Merda Con La Pioggia Dentro" si palesa all'udito dell'ascoltatore come un lavoro pregno di apocalisse rock e di senso di ricerca della propria misera esistenza, colma al giorno d'oggi di violenza,morte,superficialità ed indifferenza.

Rilevante dal punto di vista musicale la canzone Radioattività, tappeto musicale di chitarra elettrica e distante batteria, che evolve poi in una delicata marcetta. Il brano, intimista, parla di un uomo che ha perso la propria donna, o comunque l’amata, in un mondo andato allo sfascio successivamente ad una guerra nucleare. Di grande potenza anche Piove Finalemente Piove, una danza della pioggia gioiosa: la pioggia è una pioggia malata, nucleare, ma fornisce vita ad ogni modo. E c’è felicità, come ce ne fu quando finalmente la siccità del 2017 cessò. Piove sulla burocrazia, sui segreti di stato, sulle futili scarpe nuove: piove sui dittatori, sulle ipocrisie della politica, sui ddl, sulle donne violentate, su Barbara D’urso e il canone RAI.

Di rilevante ed indimenticabile intensità anche la traccia Emilia Parallela : batteria pressante e incrocio di chitarre, su cui il nostro cantore marchia a fuoco l’ipocrisia della sua terra natìa, lui, che a Predappio-stesso paese di Benito Mussolini-c’è nato. Una terra che rinnega un glorioso passato, pensieri in folle accelerazione come “una girandola molesta”. Il grandioso finale è un lungo flusso di coscienza di pura furia.

In sostanza ed in conclusione, un album unitario, profondamente assennato e coerente, eppure lontano anni luce dalle vette artistiche raggiunte precedentemente da Canali.

Ma è pur sempre un grande album.

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