Li nella mia stanza (nella mia stanza?) non era la mia stanza, me ne accorsi...quando fu buio. Perché era buio? Forse fu il fascio di luce che penetrava attraverso le tende e le persiane che mi fece credere all'oscurità dei colori. Verde, blu, giallo, rosa. In lontananza una signora che mi salutav- ...una signora che mi salutava?! No...li, nella mia stanza, c'ero solo io con le mie cuffiette attaccate alle orecchie di qualcuno, che ascoltava straniato. stranito. straniato o stranito? che importa, la cosa importante da sapere è che era il 2015...o...il...1965?

Premessa: quando 7-8 anni fa, durante il pieno della mia adolescenza, scoprii l'esistenza del "Rock Psichedelico", rimasi folgorato dalla stranezza e dall'originalità dei gruppi che facevano parte di questo movimento. La prima canzone di questo genere che ascoltai (tralasciando i Pink Floyd, la mia prima vera cotta musicale) fu la versione live, di ben 24 minuti, di "Dark Star" dei Grateful Dead, contenuta in una polverosa compilation in musicassette di mio papà. Da allora cominciai a cercare, quasi spasmodicamente, nuova musica psichedelica, che sfociò nella scoperta del Prog Rock, che sfociò, come di consueto, in mille altri generi da scoprire.
Tramite la mia prima fase di ricerca "Psych" incontrai i Gong, che mi piacquero immediatamente. Erano proprio quello che cercavo! Suoni strani, strumenti musicali non consoni per il rock che avevo ascoltato fino a quel momento, un bel po' di riferimenti alla droga (che andavano sempre bene durante il periodo di ribellione adolescenziale) ed anche dei complessi arrangiamenti. Figata! Ma...c'era un ma...quello che cercavo io era anche un esperienza più vicina possibile a quella che avrebbe potuto darmi l'assunzione di una qualsiasi sostanza psicotropa (avevo 15 anni, mi giustifico). Ma dopo ricerche e ricerche mi imbattei nei King Crimson ed i miei gusti musicali cambiarono di nuovo. Era finito il periodo della ricerca musical-psichedelica...

Fino ad oggi, giorno in cui ho ascoltato per la prima volta "The Universe Also Collapses" dei "Nuovi" Gong che, dopo la dipartita del leggendario front-man Daevid Allen ed il primo album-omaggio postumo (che non mi piacque granché), non credevo avrebbero sfornato nulla di nuovo...ed invece, eccolo qua; un nuovo disco pieno zeppo di riverberi, synth ed altre amenità provenienti direttamente dagli anni '60/'70. Il disco non contiene niente di originale e non porta nulla di nuovo nella scena musicale odierna (per questo le tre palle), tranne per il numero delle tracce (4) che è abbastanza inusuale da vedere nel panorama musicale moderno. La cosa più entusiasmante dell'album sono la prima e la terza traccia ("Forever Reoccuring" e "My Sawtooth Wake") che sono le tipiche meravigliose suite Space Rock/Psychedelic Rock che il me di una decina di anni fa avrebbe sognato di ascoltare. Peccato per il parziale abbandono a sonorità che fanno l'occhiolino al Jazz o al Progressive Rock che facevano dei Gong quelli che erano (ai tempi di "Camembert Electrique" e della Trilogia dei Pixies)

In conclusione la mia opinione, riassunta, su quest'opera è: se potessi fare un bel viaggio temporale, e portare un album del presente al me quindicenne idiota, nella sua cameretta mentre si arrovellava il cervello cercando di ascoltare più roba stramba possibile, sarebbe sicuramente questo "The Universe Also Collapses" che, senza particolari pretese, sicuramente avrebbe (ed ha) soddisfatto le mie.

Elenco e tracce

01   Forever Reoccurring (20:37)

02   If Never I'm And Ever You (02:07)

03   My Sawtooth Wake (13:14)

04   The Elemental (06:43)


  • Recensione: Opera:
    Mille milioni di anni fa un amico con una Qultura musicale sproporzionata mi imprestò un loro disco con in copertina una teiera verde volante, decantandomene le lodi.
    Forse mi piaqque.
    Forse no.
    Non mi ricordo più gnente-di-nulla.
    Forse dovrei iniziare a drogharmi (con infusi di salvia e maggiorana) per iniziare a ricordarmi le cose.
    • Secondo me non ti piacciono, ma ti dovrebbero piacere i Guru Guru Si sente basso perchè erano poveri, e questa è la versione remaster, l'originale la trovi chiedendo spiccioli davanti allo stereo, ti dice che ha bambini e ti fa tanti auguri se sganci il grano. Terrone dimmerda, sgancia il grano al Germanico.
  • lector
    12 mag 19
    Recensione: Opera:
    Drogati!
    • tia
      13 mag 19
      E' un'esortazione oppure una constatazione?
    • lector
      14 mag 19
      ....
  • Caspasian
    12 mag 19
    Recensione: Opera:
    I Gong, come i Can e Amon Düül 2, sono entità che la prevenzione alla droga dovrebbe seriamente considerare perché tramite l' ascolto ti strafanno senza assumere alcuna sostanza impropria.
  • Tucidide
    13 mag 19
    Recensione: Opera:
    Sono bravi, ma a metà traccia ho mollato. È quel tipo di pezzo che ti riprometti sempre di ascoltare, un'altra volta. Bella rece anyway.
  • tia
    13 mag 19
    Recensione: Opera:
    Io i Gong 2019 me li ascolto curiosamente!! e chi se lo aspettava un nuovo disco?
  • Recensione: Opera:
    << Il disco non contiene niente di originale e non porta nulla di nuovo nella scena musicale odierna (per questo le tre palle), >> Si vede che sei giovane. Se dovessi dare 5 palle solo a chi "porta qualcosa di nuovo", allora puoi dare 3 anche The Flying Teapot dato che non portava nulla di nuovo. Anzi, praticamente tutto il prog dal 1970 in poi non porta nulla di nuovo.

    Praticamente dovresti dare 5 a Syd Barrett, e gli altri coglioni tutti a casa. Zitti. Anzi neanche a Syd Barrett, ma solo ad Astronomy Domine un bel 5. Il resto è tutto derivato.
  • proggen_ait94
    15 mag 19
    Recensione: Opera:
    Daevid, per qualche motivo, mi torna sempre in mente. Non sono un gigantesco fan, ma il cervello è strano, ogni tanto mi viene proprio in mente a caso e divento triste. Il disco, però, non mi interessa, visto che coi Gong ho buchi grossi come case

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