Parlare dei Gotan Project significa parlare di una delle grandi sorprese (al grande pubblico...) che ci ha lasciato il 2001.
In pochi avrebbero scommesso sul successo di questo gruppo parigin-argentino. Il loro "La Revancha del Tango" è andato oltre le più rosee previsioni, a tal punto che le previste prime 55000 copie sono andate esaurite in brevissimo tempo in tutta Europa.

Le origini di questo gruppo sono curiose. Nel 1997 Christophe Müller (beat programming, bass, keyboards), svizzero trapiantato a Parigi, e Philippe Cohen Solal (keyboards, bass, sounds & dub fx), già supervisore musicale per il cinema, formano i Boyz From Brazil.
Anche in questo caso, come del resto per il loro primo "vero" album, il nome è significativo, riprendendo il titolo di un film (con Gregory Peck) in cui un gruppo di reduci del Terzo Reich, rifugiati in Brasile, tentano di generare una razza ariana clonando residui di tessuto organico del führer. Analogamente, i Boyz From Brazil riproducono le particolarità della musica carioca attraverso l'elettronica, fondando una loro etichetta indipendente, la Ya Basta!, come uno scritto del comandante Marcos.

Ma è nel 1998 che nascono i Gotan Project, quando Cohen Solal e Müller conoscono Eduardo Makaroff (acustic guitar) un chitarrista argentino, esule a Parigi, e fondano i Gotan Project, utilizzando quel gioco di slang, tanto familiare a Buenos Aires, che consiste nell'invertire l'ordine di sillabazione all'interno di un discorso (Gotan... tango).
Il progetto parte subito con la pubblicazione di un singolo su 10" Vuelvo Al Sur che, guarda caso, riprende le sonorità argentine di Astor Piazzolla. Il secondo singolo, Triptico, rielabora l'Ultimo Tango A Parigi di Gato Barbieri. Infine, il loro ultimo singolo, è Chunga's Revenge di Frank Zappa.

Da allora solo un'altro pezzo è uscito dallo studio dei G.T. El Capitalismo Foraneo (assoluta perla di musicalità modern-jazz), brano incluso nella compilation "Worldwide" curata da Gilles Peterson, pubblicata in occasione delle celebrazioni per i 10 anni della Talkin’ Loud, storica etichetta inglese che ha lanciato l'acid jazz e che ha pubblicato alcuni di quegli esperimenti sonori che si possono considerare come una sorta di lasciapassare verso il terzo millennio.

Ma finalmente il loro attesissimo album è uscito, e l'attesa non è stata vana. I 10 pezzi sono una vera apoteosi del sound elettronico moderno rielaborato in chiave jazz, dove solo St.Germain aveva osato, unito all'uso di nervose fisarmoniche e a sonorità filo-argentine.

Un album imperdibile, ormai diventato oggetto di culto, a tal punto che i concerti in giro per l'Italia (non a caso il Tenax di Firenze non se li è fatti scappare...) sono andati tutti esauriti. Ed infatti le vendite sono andate ottimamente, di pari passo con i lavori di St-Germain e di Llorca, a dimostrazione, che in Francia, ma soprattutto a Parigi, si sa fare musica.

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