Non c'è trucco non c'è inganno.

Affrescati dall'evocativo artwork di Mories (Gnaw Their Tongues) ecco questi venticinque folgoranti minuti di post-black urbano e desolato a firma Gottesmorder, from Pisa.

Buttatevi alle spalle le atmosfere calde e le chitarre sospese blackgaze-style. Dimenticatevi degli infiniti cloni old-school cresciuti a pane e minimalismo. Stendete un velo (pietoso?) sul tradizionalismo, sugli album registrati ancora come Panzerfaust e fissate l'orizzonte.

Riffs e Drones, strumenti gelidi, distanti. Blastbeat furioso, growl sulfureo ed assassino, atmosfere che lambiscono il doom più cerimomiale. Lunghe introduzioni ambient, crescendo elettrici ineluttabili come un attacco di dissenteria dopo una cena al ristorante cinese sottocasa. La musica si gonfia e si dilata, si siede e poi riesplode. Tutto in un ep. Tutto in due canzoni. Tutto al primo tentativo. Chissà quanti dischi dei Neurosis avranno ascoltato. 

Un po come prendere gli Altar of Plagues, fargli incontrare i migliori The Angelic Process, stuprarli mantenendo immutato l'impatto black e post-core, fissarli negli occhi, sorridergli e poi stenderli con una sberla di sudiciume punk mentre in lontananza riecheggiano i trip illusionistico-spirituali di Filosofem. Ricerca spietata verso il nulla o, se vogliamo, verso l'essenza.

Non saranno i WITTR ma i peli del pube profumati ce li hanno pure loro.

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