Gotthard "Dial Hard" BMG - 1993

Mi piacciono ancora i Gotthard: il gruppo svizzero che va per la maggiore adesso come adesso. Sono una band che sa scrivere, suonare e cantare, buone canzoni di hard rock melodico anche se si sono un po' troppo ammosciati dando troppa importanza al lato easylistening e facile con l'uscita degli ultimi lavori; "Lipservice" in particolare. A dire il vero "Domino Effect" (2007) nonostante abbia troppe ballad ha mostrato, in parte, un ritorno agli esordi ma questa è un'altra storia che approfondiremo nel prosieguo della loro carriera. Ritornando in carreggiata di recensione devo ammettere che mi dà fastidio notare come molti conoscano Steve Lee e Leo Leoni solo per le loro ultime discrete/buone uscite, a mio parere lontane dai fasti dei tempi che furono. I tempi di "Dial Hard", per esempio, perché sono sconosciuti ai più?

Allora i Gotthard non se li filava nessuno o quasi ed erano una formazione con i controzebedei dedita ad un hard rock d'impatto minimale e ruvido. La melodia? Quel tanto che bastava per avvicinare qualche neofita e nulla più. Sound essenziale e diretto come un pugno. "Dial Hard" è una gemma in questa ottica che addenta l'apparato uditivo con 11 tracce lineari che, dopo il primo distratto ascolto, diventano già tue grazie a irresistibili riff in primo piano, ritmo cadenzati e l'ugola di Steve Lee capace di esaltare e sporcare ogni coro e strofa.

Questo cd è quindi una pura iniezione di energia e carica. Per avere un riscontro uditivo vi basta prendere lo stereo, prendere il cd, alzare il volume e premere play. Con naturalezza potreste ritrovarvi dopo pochi secondi ad impugnare la scopa a mo' di microfono ed urlare con Steve in direzione del muro immaginando un pubblico immenso che vi ascolta. La scopa quando arriva l'assolo di Leoni potrebbe diventare una chitarra elettrica mentre il cuore pompa battiti sempre più serrati in concomitanza con il coro. Finita "Higher" il sudore potrebbe cominciare a scorrere dalla vostra fronte e allora potreste apprezzare una hit magari più lenta e pesante come "Mountain Mama" dal bridge e ritornello memorabile che vi farà muovere al suo ritmo. Questo cd è tanto memorabile che mi spingerebbe a fare quello odio: un track by track. Resisto a malapena tanto è il ben di Dio che si diffonde nella stanza dalle casse dello stereo. Le incalzanti strofe senza pause in "Here Comes The Heat", la cadenzata e granitica "She Goes Down", l'altalenante "I'm Your Travelling Man", la super hit "Dirty Devil Rock". No, non ci sono cazzi: questo è da gustare dall'inizio alla fine e poi ancora. Ripremo play dopo aver sentito l'ultima nota della ballad conclusiva "I'm On My Way" e alzo ancora un po', forse esagero. Puntuale e quasi prevedibile, proprio mentre si staglia nuovamente l'ugola di Steve Lee nell'opener "Higher"...

"Paolo, abbassa lo stereo per piacere!!!!!"
"Mamma, è come mangiare una pizza cruda: impossibile. Comunque adesso arrivo".

Ragazzi devo finire qui la mia disamina. Il rock non tutti lo sanno apprezzare, ma se lo amate prendete questo disco. Ascoltatelo e sparatevelo tutto d'un fiato a volume alto e capirete perché i Gotthard attuali, per quanto siano ancora una formazione di tutto rispetto (fenomenale dal vivo), sono ben altra cosa rispetto a quelli ignoranti, ruvidi e passionali degli esordi.

"Dial hard" è impreziosito da una produzione leggermente sporca che si sposa benissimo con il sound estremamente graffiante del prodotto. Steve Lee se adesso come adesso è un cantante incredibile (Live in Switzerland lo dimostra), anche nel 1994 non scherzava affatto e lo stesso discorso vale per tutta la formazione.

I veri Gotthard: acquisto consigliato.

Tracklist:

01. Higher
02. Mountain Mama
03. Here Comes the Heat
04. She Goes Down
05. I'm Your Travelin' Man
06. Love For Money
07. Get It While You Can
08. Come Together
09. Dirty Devil Rock
10. Get It While You Can
11. I'm On My Way.

Carico i commenti...  con calma