The Importance Of being Alexander Bard, parte 3: "You've got to live and let go, leave the past behind and take this moment to show just who you are, can't you see this love is liberating your soul".

Chiuso definitivamente il capitolo BWO, Alexander Bard si reinventa per l'ennesima volta dando vita ad un nuovo progetto per gli anni '10 del terzo millennio, la formula di base è la stessa identica di sempre ma gli intenti, lo stile e questa volta anche il modus operandi cambiano ancora, molto più radicalmente di quanto potrebbe sembrare. Questa volta la vecchia volpe mette in piedi un duo, affiancandosi al cantante Andreas Ohrn (bravo e stiloso) e inaugurando una nuova strategia commerciale: dal 2010 ad oggi nessun full-lenght ma solo singoli ed EP come questo "Black Ceremony" del 2012, un approccio meno impegnativo, forse volutamente temporeggiante in attesa di nuove prospettive che potrebbero realizzarsi. La verà novità dei Gravitonas sta però nell'approccio: nelle sue reincarnazioni precedenti Alexander Bard non si era mai preso completamente sul serio, perfino con i Vacuum l'aspetto scenico e teatrale ha sempre avuto la precedenza, questa volta invece vira decisamente su uno stile più sobrio, non più maturo perchè lui maturo lo è sempre stato, un elettropop ragionato, moderno ed elegante, senza tuttavia rinunciare all'immediatezza comunicativa e alla semplicità che l'ha sempre contraddistinto.

Inutile girarci intorno, Alexander Bard senza kitsch perde buona parte del suo fascino, e a chi non lo conosce di certo non cosiglierei di partire con i Gravitonas e con questo EP, ma d'altro canto il Nostro è in grado di ispirare fedeltà, direi quasi devozione (è un artista di culto anche per questo), e chi già lo conosce e lo ama non faticherà ad apprezzarlo anche in questa veste più seria. Tra le sei canzoni di "Black Ceremony" spiccano per rappresentatività del nuovo corso "Someday Someone" e "The Pain We Love To Hide", due ballads semplici e sincere, senza bizzarrie letterarie o altri effetti speciali, con melodie trascinanti, ben costruite e ben interpretate dall'ottimo Andreas Ohrn, la classe è sempre cristallina e la scelta di lasciare immutata l'energia e l'immediatezza dell'europop è una garanzia inossidabile contro ogni rischio di stucchevolezza e mosceria. Basta un Alexander Bard a mezzo servizio come questo per spazzare via gli Hurts, i Bastille, Lana Del Rey e tutta l'infinita pletora di inetti e pompatissimi newcomers, non che mi servisse una conferma per accertarlo ma eccola qui, solare e palese. Decisamente godibile anche "When I Call Your Name", ottimo singolo synth-pop di ottimo impatto e taglio moderno, così come i midtempos "Solitaire" e "Live And Let Go", soprattutto la prima  con la sua atmosfera intensa e molto cinematografica.

"Sacrifice" infine merita un discorso a parte: si tratta di un nuovo restyling della mitologica hit "Crucified" di AOLiana memoria, e fin qui niente di strano: la rilettura è ottima e dopotutto con quella base di partenza è praticamente impossibile sbagliare, un bel ritmo semplice e pulsante, altra bella interpretazione e la melodia evregreen fa il resto, tanto per gradire c'è anche un assoletto di chitarra sul finale, bene bravi bis. L'aspetto veramente intrigante di "Sacrifice" è quello che è accaduto in seguito: "Black Ceremony" è del 2012, nel 2013 è uscito "Big Battle Of Egos", best of degli Army Of Lovers contenente tra le altre cose "Signed On My Tattoo", un bel singolo inedito con la partecipazione di Anders Orhn, mentre quest'anno è stata la volta di "People Are Lonely", singolo dei Gravitonas in cui Dominika Peczynski e Jean-Pierre Barda ricambiano il favore. Si dà il caso che entrambe le canzoni mi garbino assai, ed unire lo stile e la pulizia dei Gravitonas con la teatralità e la carica glamour degli AOL sarebbe veramente una perfetta chiusura del cerchio, e si andrebbe a creare un fantastico quartetto, il primo ed unico supergruppo in grado di attirare la mia attenzione. Vedremo mai la nascita ufficiale dei mirabolanti Armytonas? Non resta che incrociare le dita e pregare Afrodite.

Much wishful thinking! Such speculations! So hopeful!

Elenco e tracce

01   Call Your Name (03:06)

02   Someday Someone (03:14)

03   The Pain We Love To Hide (03:44)

04   Solitaire (03:50)

05   Live And Let Go (03:49)

06   Sacrifice (03:54)

Carico i commenti...  con calma