Ci sono storie musicali che costituiscono una sorta di terra di mezzo. In quella manichea divisione tra bene e male (mainstream – alternative; cose per fighi tossici – cose per tossici da dance floor). A farne le spese sono artisti come Grimes. A distanza di più di un anno, fa un po' specie non trovare una recensione su Debaser ma anche questo conferma, se mai ce ne fosse bisogno, che quando un artista divide, parlarne o scriverne è sempre un'arma a doppio taglio.

Leggendo parecchie recensioni ho notato che Grimes viene spesso accostata a Enya o a Bjork: due musiciste per le quali non sento di spendere emoji dello smile che fa uscire il cuoricino dalla bocca.

Ora, non so cosa c'entrino queste due donne con la giovane canadese: Enya è una polistrumentista e Bjork è una cazzuta che fa roteare cubi su una Reactable (fortunatamente) passata in cavalleria. Per quanto riguarda Enya, la collego solo a una puntata di South Park quando il nonno di Stan cerca di spiegare al nipote il concetto di vecchiaia, rinchiudendo il bambino in una stanza buia con le musiche-parodie di Enya a tutto volume.

Tornando a Grimes, raccontarla come una che scrive testi, musiche, arrangia i suoi pezzi ed è regista di adorabili videoclip, sarebbe superficiale; sembrerebbe lo spot dello sfornatutto De Longhi che fa un sacco di cose, mica solo toast e pizzette.

Di artisti che scrivono, arrangiano, videoclippano e danno una passata di vetril al banco del mixer prima di tornare a casa, ce ne sono tanti. Il fatto è che questa giovanotta, non ancora trentenne, lo fa bene. E bisogna prenderne atto.

Non è un caso che la storica 4AD la segua e la distribuisca e la 4AD, per quanto mi riguarda, è un vero e proprio sigillo di garanzia in questa industria musicale che parrebbe voler tornare a volare alto.

Art Angels è uno degli album più interessanti degli ultimi anni e tralascio volentieri gli aspetti tecnici, la cura pedissequa di ogni singolo dettaglio, il modo intelligente in cui forma e sostanza si mischiano, quell'essere a un tanto così dal mainstream seppur in modo intelligente e responsabile.

Ho deciso di comprare il vinile che è davvero una delizia, con alcune stampe track by track all'interno – sicuramente – disegnate da lei, un artwork che se non fosse a corredo di un album davvero ben riuscito, potrebbe addirittura risultare presuntuoso. Ciò che noto, facendo ascoltare Art Angels, è che riesce a mettere d'accordo tutti: dai fruitori dell'easy listening alle orecchie più pretenziose. Quando raggiungi questo equilibrio – e non è facile per niente – sei sulla strada giusta.

Significa affondare le mani e l'anima in un best of di tutto ciò che un musicista ha imparato e ascoltato e metterlo a disposizione di tutti, nessuno escluso. Qui si avverte conoscenza, estetica, rispetto per i piccoli e grandi capisaldi della letteratura musicale più sperimentale ma anche i dettami del pop, il tutto ricondotto in un mood accessibile e piacevole. Ma soprattutto intelligente.

Peccato, peccato veramente, che in questa terra di mezzo, non ci sia spazio per dare un calcio in culo al pregiudizio.

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