Mi aspettavo il solito film biografico/agiografico e invece mi sono trovato di fronte ad un capolavoro. Gus Van Sant ha fatto davvero centro dirigendo un film perfetto. Due i grandi protagonisti di questa storia: Sean Penn e l'occhio del regista. Il primo dimostra di essere uno dei più grandi attori contemporanei: una prestazione sbalorditiva dal punto di vista fisico, curata in ogni minimo dettaglio, una vera e propria trasformazione in altro da sé (posso solo immaginare cosa dev'essere il film in lingua originale). Faccio fatica a trovare superlativi adatti per descrivere la prova di Sean Penn, che stupisce immagine dopo immagine per l'intensità e la naturalezza della sua interpretazione.

L'occhio del regista, dicevamo. Gus Van Sant dirige la storia della vita di Harvey Milk in maniera quasi scientifica, mostrandoci tutto senza mai far sentire la sua presenza: gioia, amore, delusione, grandezza, felicità, odio, errori, limiti, difetti... qui non è il regista a raccontarci una storia, ma assistiamo ad una storia che si racconta senza aver paura di mostrarsi anche nei suoi lati più fragili o discutibli. In poche parole tanta umanità, ecco ecco cosa ti colpisce mentre guardi un film che da subito riconosci come un capolavoro. E questo al di là dell'uso azzeccatissimo (e mai superfluo o pesante) dei filmati d'epoca che entrano ed escono dallo schermo.

Impossibile poi non parlare del tema centrale del film, la lotta per i diritti civili, problema ancora attualissimo (putroppo!). Ti senti a disagio ogni volta che ti viene in mente che il film è ambientato nel 1978: l'idea che trentamila persone omosessuali potessero sfilare apertamente, o che una persona dichiaratamente gay potesse ricoprire un ruolo istituzionale in Italia a quei tempi era pura fantascienza. Stupisce infine la vitalità che questo film riesce a trasmettere nello spettatore, una forza ed un'energia che vanno al di là delle tematiche omosessuali e ti fanno capire che senza i nostri diritti civili non siamo niente. Milk parla di libertà, di diritti individuali, di civiltà, di rispetto, di speranza, di attivismo, di partecipazione, di felicità.

Milk parla del sogno americano e dell'unica grande lezione che gli Stati Uniti possono ancora insegnare a testa alta: "Noi riteniamo che sono per se stesse evidenti queste verità: che tutti gli uomini sono creati eguali; che essi sono dal Creatore dotati di certi inalienabili diritti, che tra questi diritti sono la Vita, la Libertà, e la ricerca della Felicità; che per garantire questi diritti sono istituiti tra gli uomini governi che derivano i loro giusti poteri dal consenso dei governati; che ogni qualvolta una qualsiasi forma di governo tende a negare questi fini, il popolo ha diritto di mutarla o abolirla e di istituire un nuovo governo fondato su tali principi e di organizzarne i poteri nella forma che sembri al popolo meglio atta a procurare la sua Sicurezza e la sua Felicità."

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