Siamo nel 1967, anno d'oro per la musica popolare; è l'anno dove i confini tra i generi musicali vengono mutilati da album come "Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band".

In quell'anno un giovane Harry Nilsson, compositore brillante e interprete dalla voce straordinaria, produrrà il suo secondo lavoro: "Pandemonium Shadow Show".
L'arte di Nilsson è egregia, le sue melodie sono spesso un delizioso infuso di british-pop di impronta beatelsiana amalgamato ad uno stile più vicino ai vecchi Musical americani e al country. 
La sua voce ha una timbrica morbida e allo stesso tempo intensa che si avvale di una grande estensione tenorile, rendendo Nilsson tra i più validi ed eclettici interpreti della sua generazione.

"Pandemonium Shadow Show" (1967) è equamente diviso da cover e da pezzi composti da Nilsson stesso.
Il grintoso ritmo serrato e marciale di "Ten Little Indians" apre il disco, seguito dalla disincantata "1941", con i tipici gorgheggi Nillsoniani e ottoni ben arrangiati, continuando poi con il pop molto "british" di "Cuddly Toy".
Le altre tre composizioni originali del disco sono capeggiate dalla splendida "Without Her", che è forse il pezzo migliore, sostenuto da un arrangiamento intrigante (Basso elettrico come sfondo a un quartetto d'archi); non a caso il brano verrà negli anni avvenire reinterpretato da alcuni artisti. L'influenza dei Beatles si fa sentire anche in "It's been so long", mentre "Sleep Late, My Lady Friend" è un brano più tradizionale, nel quale Nilsson veste per un momento i panni del crooner americano.
Gli altri brani sono cover, dal waltzer circense di She Sang Hyms Out of Tune, al pop-swing di "There Will Never Be" e di "Freckles", a "River Deep - Mountain High", pezzo di Phil Spector portato al successo da coniugi Turner, fino a 2 brani dei Beatles: "You Can't Do That", versione più soft della versione originale e infarcita di citazioni dal repertorio Beatelsiano (tanto da trasformarla in una specie di collage) e "She's Leaving Home". In She's Leaving Home, la bravura come interprete di Nilsson emerge in tutta la sua evidenza; la sua impronta personale sul brano è fedele, appassionata ed elegante.

"Pandemonium Shadow Show" è già emblema di ciò che caratterizzerà la carriera futura di Harry Nilsson, che infatti verterà sempre su un piacevolissimo e originale pop di qualità e su cover magistrali.

Giudizio: 8/10 

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