“Confermato, i Black Sabbath si riuniranno con Ronnie James Dio” (Truemetal.it, ottobre 2006).

Come!? In quanti, a metà anni Duemila, si sarebbero aspettati di poter rivedere sullo stesso palco Ronnie James Dio, Tony Iommi e Geezer Butler? In pochi, anche se di sicuro era il “sogno probito” di molti.

La notizia dell’inaspettato ritorno della “mark II” dei Black Sabbath, in quell'ormai lontano autunno, coglie davvero tutti di sorpresa, anche se i soliti beninformati già da mesi facevano capire che qualcosa si stava muovendo dietro le quinte.

Per l'occasione si fanno le cose in grande, con brani nuovi e tour mondiale già annunciati. L’entusiasmo dei fan è alle stelle anche se francamente non è troppo chiaro come mai si sia deciso di lasciare a casa lo storico nome, presentandosi con la nuova sigla Heaven & Hell; poco importa comunque, si tratta di beghe legali di scarsa importanza.

E alla fine, tra una bega e l’altra, se ne sarebbe rimasto a casa anche Bill Ward (anche stavolta, Bill?!), che, tirando in ballo le solite “divergenze artistiche”, semplicemente non se la sentiva di imbarcarsi in mesi di tour. Confermato quindi l’arrivo/ritorno di Vinny Appice, tutto è finalmente pronto per riavere sui palchi di tutta Europa la formazione del mitico “Mob Rules”, LP del 1981 che ancora oggi regala brividi a profusione.

Negli anni Duemila evento pressoché obbligatorio per qualsiasi metallaro – a discapito dell’organizzazione spesso “poco tedesca” – è il Gods of Metal, kermesse poi sparita dai radar, ma che per una decina buona di anni portò in Italia alcuni dei migliori gruppi della scena.

Perdersi una reunion del genere sarebbe da pezzi e, giustamente, gli organizzatori fanno i salti mortali pur di portare Tony Iommi e soci in Italia per l’edizione 2007. Ecco quindi il quartetto angloamericano sbarcare nel Bel Paese per un’unica grande data, quella del Gods of Metal, appunto, nuovamente ospitato dall’Idroscalo di Milano. Per quell’edizione, va riconosciuto, si fanno le cose in grande, riuscendo ad allestire una tre giorni di tutto rispetto, con, fra i tanti, Motley Crue, Scorpions, Ozzy, Type O Negative, Blind Guardian, Korn e Dream Theater. Nonostante il clamore della reunion, la giornata del 3 giugno, quella con Ronnie e soci, dovrebbe essere chiusa propria dal gruppo di John Petrucci, evidentemente più popolare agli occhi degli organizzatori. E come va a finire? I Dream Theater, da gran signori, si offrono di cedere la posizione di headliner agli Heaven & Hell, che diventano quindi il gruppo di punta della giornata: tanto di cappello.

Inutile negare che, quella sera, nonostante zanzare grandi quanto piccioni a sbranare i quindicimila presenti, l’aria che si respira è quella dell’evento impedibile, dello “stavolta o mai più”.

Se è a creare la giusta atmosfera ci pensa “E5150”, a far esplodere la gioia del pubblico sarà “The Mob Rules” in tutta la sua forza.

Se Ronnie James Dio già da tempo è entrato a pieno diritto tra le “leggende viventi”, che dire del resto del gruppo? Tony Iommi, il macina-riff per eccellenza, è un'autentica istituzione, mentre la sezione ritmica Butler/Appice si conferma una delle più rappresentative di tutto l'heavy metal.

I Black Sabbath con Dio – ops, Heaven & Hell! - potevano suonare praticamente qualsiasi brano del loro repertorio, lasciando tranquillamente a casa i pezzi dell'era Ozzy, e “classico” sarebbe stata sempre la definizione più azzeccata.

Una splendida “Children Of The Sea”, brano che, nel lontano 1980, mise bene in chiaro quali fossero le potenzialità della nuova incarnazione del Sabba Nero, viene seguita dalla rocciosa “I”, uno dei brani più rappresentativi della reunion avvenuta nel '92. La lunga “Sign Of The Souther Cross”, dopo oltre venticinque anni, non perde nulla del proprio fascino, mentre alla seguente “Voodoo” molti avrebbero preferito una “Lady Evil”, ma sono questione di secondaria importanza.

L'assolo, come da copione, di Vinny Appice, ottimo per sottolineare la classe del batterista americano – e per far rifiatare gli altri tre – riscalda il pubblico per “Computer God”, altro buon estratto da “Dehumanizer”, mentre un altro dei picchi della serata lo si raggiunge con “Falling Off The Edge Of The World”, un pezzo da novanta spesso poco ricordato. Non si vive di sola nostalgia, comunque, e “Shadow Of The Wind” ci ricorda che i Black Sabbath mark II sono da poco usciti nei negozi con l'antologia “The Dio Years”, arricchita appunto da brani scritti per l'occasione. Nonostante la vastità del repertorio, comunque, sarà lo storico album “Heaven And Hell” del 1980 ad avere il compito di chiudere in bellezza la serata, con una tripletta da brividi costituita da “Die Young”, l'immancabile “Heavend And Hell” e, come gran finale, “Neon Nights”, il brano che ventisette anni prima apriva il lato A di quel 33 giri.

Ma siamo qui solo per ricordarci di che bella serata fu? No, perché da un po' di tempo gira un bel bootleg di quel concerto, con una resa sonora davvero buona, ottimo per rivivere le emozioni di quella serata. Per forza di cose andrà incontro prevalentemente all'interesse dei completisti e ai fan sfegatati, ma è davvero un'ottima occasione per ricordarsi del ruolo giocato da un gruppo come i Black Sabbath, con canzoni, all'epoca del concerto, vecchie di trent'anni che sembravano scritte sei mesi prima, tanto il tempo non le aveva intaccate, senza naturalmente tirare in ballo per l'ennesima volta il carisma e la classe dei singoli artisti.

Finito il concerto, tra i tanti commenti captati qua e là, c'era chi si sospirava “peccato che sarà l'ultima volta”... non sarebbe stata l'ultima volta, gli Heaven & Hell sarebbero andati avanti ancora per qualche tempo, ma certamente nessuno ai tempi poteva immaginare che quel 16 maggio 2010 sarebbe stato così vicino. Come al solito, sempre troppo presto.

Heaven & Hell:

  • Ronnie James Dio, voce
  • Tony Iommi, chitarre
  • Geezer Butler, basso
  • Vinny Appice, batteria
  • Scott Warren, tastiere

CD1:

  1. E5150
  2. The Mob Rules
  3. Children Of The Sea
  4. I
  5. Sign Of The Souther Cross
  6. Voodoo
  7. Drum Solo
  8. Computer God

CD2:

  1. Falling Of The Edge Of The World
  2. Shadow Of The Wind
  3. Die Young
  4. Heaven And Hell
  5. Audience
  6. Neon Nights

PS: si ringrazia Marco Gulino per l'audio

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