Il primo album era stato un vero e proprio fulmine a ciel sereno, che ha aperto a tutti coloro che lo hanno ascoltato un nuovo approdo verso quel genere di nicchia qualè l'epic metal. Il 1978 generò "Full speed at high level" dando inizio alla gloriosa carriera degli svedesi Heavy Load, destinata a passare sottotraccia all'interno della musica "da mercato" musicale. A quel disco d'esordio seguì un altro gioiello, "Death or glory" che mi ha spinto ad affronatare l'ultimo lavoro della band: "Stronger than evil", datato 1983, periodo in cui altri grandi album metal venivano dati alla luce (Piece of mind e Kill 'em all su tutti). Dell'inizio settantiano del gruppo sono rimasti soltanto i due fratelli Wahlquist, mentre il basso venne affidato a Torbjörn Ragnesjö e l'onore delle pelli fu per Eddy Malm.
Queste quattro menti generarono un album che ancora una volta è considerato un pilastro "silenzioso" del metal più epico, considerato alla stregua di "Open the gates" per i Manilla Road. Eppure dopo aver ascoltato il trio degli svedesi, quest'ultimo è quello che più di tutti mi ha suscitato perplessità. Rispetto agli altri due manca di potenza, di voglia di emergere, non si percepisce quel grezzume sonoro che rendeva i due capitoli precedenti ed in particolare "Full speed at high level" un capolavoro assoluto. Il risultato è un ottimo album di heavy metal veloce con qualche inserto rockeggiante qua e là ma il pathos degli esordi è quasi del tutto perduto. Sia ben chiaro: con quanto detto non stò declassando il disco, che se verrebbe fuori da una qualsiasi band odierna verrebbe elevato ad oggetto di culto da venerare nelle piazze da schiere e schiere di metallers. Infatti la grande attitudine dei nostri viene ribadita dalle due super tracce iniziali: "Run with the devil" pallottola impazzita di heavy metal anni '80 e la splendida "The king", una delle migliori canzoni mai composte dalla band, una di quelle da tramandare nei secoli dei secoli.
Sebbene quindi un inizio sfolgorante l'album comincia a mostrare le sue piccole crepe con i pezzi successivi, tutti di pregevole fattura, cazzuti al punto giusto ma ben poca cosa rispetto al passato. Così in un album che a parere di chi scrive non risulta particolarmente eccezionale, la semi ballad "Dreaming" appare ancora più pregevole, impreziosita dalla sgraziata voce di Ragne Wahlquist. Per il resto Stronger than evil non decolla, troppo ancorato a se stesso. Nonostante otto tracce di epic metal, tranne due/tre che spiccano sulle altre, le restanti canzoni non coinvolgono appieno, quasi fredde nel loro incedere.
Il terzo lavoro degli svedesi è un'opera che per tutti coloro che amano il genere non deve assolutamente mancare e una buona occasione per quelli che non li conoscono di avvicinarsi alla loro attitudine underground, propria di chi ha sviluppato il personale credo musicale nelle difficiltà, senza soldi e strumenti adeguati per poter emergere. Gli Heavy Load sotto questo punto di vista hanno da insegnare a migliaia di gruppi odierni. Lunga vita a loro.
1. "Run With The Devil" (3:44)
2. "The King" (4:22)
3. "Singing Swords" (5:30)
4. "Dreaming" (5:55)
5. "Stronger Than Evil" (7:11)
6. "Free" (4:12)
7. "Saturday Night" (4:51)
8. "Roar Of The North" (5:25)
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