Se c’è una cosa che si attacca alle pareti dello stomaco e proprio non se ne scende è lo sforzarsi di dire sempre cose intelligenti. Si sa, sforza che ti sforzi si finisce per sforzarsi troppo e ci scappa una scorreggia. Meglio fermarsi un attimo e comportarsi da animali. Magari l’avesse capito un Sartre (l’articolo determinativo non è un caso), fortuna che esistono gli Henry Rollins.

Ecco, se un gruppo decide di chiamarsi Hell Demonio e intitola il primo disco “Greatest Hits” e il secondo “Discography” già ha capito su che lato dello stomaco martellare… e martellare sul serio, mica bruscoletti. E come si finisce? Si finisce riconciliati con se stessi. Ah, mo si che sto bene!

“Discography”, pezzo numero 100 del catalogo Wallace, numero 7 di quello della RobotRadio, ha dato un senso a questo 2008 un po’ distratto. Hardcore (Post-Hardcore per i più raffinati) attuale, bello e vivo, energico, che si slinguazza l’Hardrock più caciarone e volgare. Masterizzato da Bob Weston (non lo scemo del villaggio!) al CMS di Chicago. Dieci canzoni per 27 minuti... notate: i numeri sono dalla loro.

Quasi come se i Fugazi si mettessero a fare cover degli AC/DC e se contiamo i titoli delle canzoni (“Message In A Butthole”; “Mister Jesus, You Are Such A Wonderful Dancer”; “How To Enter A Church Whitin A Transparent Sphere”)… be’ se contiamo pure i titoli delle canzoni a ‘fanculo i Sartre di tutti i tempi.

Ah, mo si che sto bene!

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