Siamo nel 1986 quando quattro ragazzi dopo anni di fatica danno alla luce l'album più devastante che abbiano mai prodotto: proprio così, siamo davanti a "Walls Of Jericho" (contenente anche il mini-lp "Judas", risalente al 1985), il primo album prodotto dagli Helloween guidati dall'allora giovanissimo Kai Hansen.

Questo disco rappresenta la nascita del vecchio Power Metal grazie a riffs al limite dello speed, ritornelli orecchiabili ed una buona dose di tecnica, il tutto senza tastiera. Sicuramente più grezzo degli altri cd prodotti dalle zucche, non mancano però le melodie gioiose di cui sono intrisi i successivi "Keeper Of The Seven Keys" Parte I e II. Da notare ancora la pesante devozione alla NWOBHM, anche se si percepisce il sound personalizzato che i ragazzi di Amburgo proporranno nei lavori successivi.
Come detto prima questo è un grandissimo cd dove troviamo veramente pochi vuoti di qualità. Si comincia con la fulminea "Starlight", per poi trovare altre canzoni splendide come la bellissima "Victim Of Fate", le straordinarie "Phantoms Of Death" e "Metal Invaders" e un vero e proprio inno come "Heavy Metal (Is The Law) "... Ma non ho ancora parlato del miglior pezzo del disco, quella bomba di canzone che è "Ride The Sky", secondo me la loro migliore di sempre, che introdotta dall'orchestra di trombe medioevali della Title Track, comincia con un riff fulmineo che ancora oggi mi fa accapponare la pelle, continua con parti di basso da orgasmo, prosegue con un ritornello epico accompagnato da assoli da paura per dare vita a una canzone pazzesca.
Forse "Reptile" e "Guardian" rovinano, assieme ad una produzione pressoché schifosa, questo cd, che però resta sempre di altissimo livello. Questo si nota anche dalla prestazione delle quattro zucche, a partire da Ingo Schwichtenberg (R.I.P.) che alla batteria fa grandi cose e dal grande Markus Grosskopf che, tra tapping e fraseggi piacevoli, al basso fa mostra della sua grande tecnica. Da ricordare anche Michael Weikath che fa un buon lavoro alla chitarra assieme a Kai Hansen, quest'ultimo impegnato anche alla voce, (dove però qualche volta stona, anche se in molti punti in modo piacevole marcando il senso di grossolanità gia presente nell'album), il quale sarà poi sostituito da un certo Michael Kiske, che contribuirà a dare un nuovo stile meno grezzo alla band.

Vorrei concludere dicendo che a mio avviso questo è il miglior disco degli Helloween, addirittura superiore ai due successivi Keeper, perché tra i lavori sfornati dai tedeschi questo è sicuramente il più sincero e diretto, che preferisco alle melodie alla "Oktober Fest" che troveremo nei loro prossimi album.
Grandissimo lavoro che da vita al vero Power Metal e sancisce la nascita del mito delle zucche.

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