Devo rimettere le cose a posto; nella mia recente pagina sul nuovo disco degli Helmet sono stato fin troppo caustico nei confronti della band; ed il suo leader Page Hamilton non si merita un trattamento simile. E' un personaggio troppo importante per me; ha tutta la mia immensa stima visto che è uno dei padrini riconosciuti dell'Hardcore-Noise. Partiamo dall'inizio allora: a metà anni ottanta Page lascia la nativa Portland, costa occidentale degli Stati Uniti e si trasferisce a New York per approfondire i suoi studi sulla chitarra jazz (!!). Da subito entra nel giro di Glenn Branca e suona nel secondo disco dei "Band Of Susans"; rimane affascinato dall'uso del distorsore per la sua sei corde. Ingaggia Bogdan, Stanier e Mengede e nasce la creatura Helmet. Nel Dicembre del 1989 è tempo per il primo singolo; due soli brani. Gli oltre sei minuti di "Born Annoying" e la breve fucilata strumentale di "Rumble". Un suono compatto e quadrato tra ritmiche ossessive e ripetute; chitarre lancinanti in perenne distorsione che fanno da base alla voce di Page carica di tensione; il leader urla "...Born Annoying" e gli Helmet si lanciano negli allucinanti due minuti finali della canzone che hanno contribuito al danneggiamento del mio apparato uditivo (e non solo). Nell'ascoltare questa colossale mazzata ho sempre pensato ad un enorme altoforno, mentre avviene la colata di acciaio fuso ed incandescente nel crogiolo sottostante: milioni di scintille si propagano in un raggio di qualche decina di metri ed è meglio restare a debita distanza per l'enorme ondata di calore che si è venuta a creare. Questi sono gli Helmet che ho venerato; questa e la band che ha edificato, con i successivi due lavori sulla lunga distanza "Strap It On" e "Meantine", la propria leggenda.

Pensata e scritta mentre mi ascoltavo gli otto minuti del singolo...IRONHEAD...

Ad Maiora.

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