Cosa ne direste se recensissi gli HIM? Bhè, secondo me si formerebbero più o meno due fazioni, una delle quali loderebbe il gruppo a spada tratta (specialmente le ragazze, o coloro i quali si avvicinano per la prima volta al rock), l’altra parte sarebbe invece ben intenta a liquidare la band con un bel: che schifo!.
Ora devo ammetterlo, il primo demo rilasciato sul mercato “666 Ways To Love” e “Greatest Lovesongs vol. 666” li avevo decisamente apprezzati, poi già con il loro masterpiece (secondo alcuni), quel “Razorblade Romance” che li aveva portati al successo, iniziai a cambiare idea su Ville Valo e soci; ora ciò che mi sono chiesto è stato cosa avessero composto questi ragazzi prima del loro demo del 1996, la risposta è arrivata navigando nel loro sito internet italiano, dal momento che sono venuto a conoscenza dell’esistenza di tre demo datati rispettivamente 1992 il primo e 1995 gli altri due.
Dopo estenuanti ricerche sul web per sentire i pezzi incisi, sono riuscito a trovare il primo demo del 1995 con la seguente tracklist:
Borellus
Serpent Ride
The Heartless
All’ascolto di questo demo devo affermare di essere rimasto quanto meno di stucco per un semplice motivo: gli HIM di un tempo, quelli che in pochissimi conoscono, erano una band diversa, che non ha nulla a che vedere con la mielosa anima rock-pop che oggi tutti siamo soliti ascoltare: erano un gruppo dotato di un sound potente, aggressivo, pieno di carica, melodico si, ma mai dolce come sono soliti essere oggi i nostri allegri Finlandesi; già dalla prima traccia, introdotta dal cantato acido di Valo e da un muro sonoro decisamente compatto capiamo quale fosse la filosofia musicale del combo, ossia riuscire a trovare un punto di connessione tra l’oscurità del hard rock di matrice Black Sabbath e l’irruenza del metal, il tutto condito con una buona dose di melodia vero e proprio marchio di casa HIM.
La successiva “Serpent Ride” non fa che sottolineare quanto detto prima, assisteremo quindi ad una canzone decisamente movimentata, dotata di una vena gotica che contribuisce ad incupire il suono. In questo secondo episodio si nota come questi, allora, giovanissimi ragazzi cercassero di comporre musica molto “compatta”, dotata di una sezione ritmica estremamente quadrata e di riffs di chitarra potenti e decisi.
L’urlo che apre “The Heartless” ci fa da subito comprendere di essere di fronte a qualche cosa di completamente diverso da quanto si potrà ascoltare due anni dopo su “Greatest Love Song vol. 666", dal momento che il pezzo è decisamente meno melodico e teatrale, essendo basato per lo più su ritmiche veloci e parti di chitarra e basso ben più corpose. Si nota inoltre come sia diversa l’interpretazione del cantante, che opta per linee vocali più hard e dunque meno “dolci”.
Per quanto riguarda il lato tecnico della band, i nostri pur non dimostrandosi dei mostri dello strumento, si presentano estremamente affiatati e concreti, senza mai perdersi in inutili divagazioni che farebbero abbassare il livello d’attenzione dell’ascoltatore; per ciò che concerne invece la registrazione non si può gridare al miracolo, ma essendo davanti ad un demo, peraltro piuttosto vecchio, non ci si può lamentare più di tanto.
Siamo arrivati alle conclusioni dunque e non si può non notare quanto il cambiamento e l’evoluzione del sound degli HIM non abbia virato verso soluzioni sicuramente migliori dal punto di vista economico, ma decisamente peggiori per quanto riguarda la qualità della musica, ma se devo ascoltare canzonette da classifica, preferisco allora tornare indietro di 10 anni ed ascoltarmi qualche cosa che, pur non godendo di una iper-produzione milionaria, mi offra musica di buona fattura.
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