Qualsiasi fan degli HIM non riuscirà a credere alle proprie orecchie ascoltando Venus Doom, ultima fatica della band scandinava. Diciamoci la verità, negli ultimi tempi  Ville Valo e soci, avevano raggiunto livelli di "tranquillità" davvero esagerati. Insomma si rimpiangevano i vecchi tempi quelli di Razoblade Romance. Ma questa volta i nostri non hanno deluso con un album molto più rock del precedente, meno commerciare, difficile da apprezzare al primo ascolto, ma soprattutto più dark e personale. Ville Valo ritorna a sfruttare pienamente le sue capacità da baritono e l'atmosfera si fa cupa, tetra e a tratti spettrale. La voce del frontman è sempre versatile, sofferente e comunicativa. Ma la vera novità, dicevamo, è l'aggressività che caratterizza molti pezzi; le chitarre si fanno pesanti, aumentano le distorsioni e non mancano i soli efficaci e di ottima fattura proposti da Lily Lazer, sempre bravo anche come seconda voce ad accompagnare Ville. L'utilizzo della tastiera ad opera di Emerson Burton è questa volta più accurato e meno ingombrante rispetto al lavoro precedente, mentre maggiore spazio hanno i robusti e potenti riff che caratterizzano i nove brani dell'album. Spesso si passa da momenti più veloci, con assoli metal e schitarrate eccellenti, a momenti in cui l'atmosfera si fa più sopita scivolando nel dark-gothic fino ad arrivare a sonorità lente che si avvicinano al doom.

Si apre con "Venus Doom" che da il titolo al disco. Chitarre pesanti, assolo velocissimo e voce versatile di Ville. Bellissima "Love In Cold Blood", potente e intensa allo stesso tempo, anch'essa con uno splendido assolo e un riff martellante che caratterizza l'ultima parte del brano. "Passion's Killing Floor" è uno dei pezzi migliori dell'album, dove gioca un ruolo importante  la tastiera; splendido il bridge che introduce un ritornello di grande impatto, veloce e abbastanza immediato. Non  mancano i momenti cupi a metà brano per chiudere poi in crescendo con i giochi di voce di Ville. "The Kiss Of Down" è il singolo di lancio, brano immediato e con un ottimo ritornello, scritto da Ville in ricordo di un amico morto suicida. Un malinconico pianoforte introduce "Sleepwalking Past Hope", pezzo controverso dalla durata di quasi undici minuti, caratterizzato da una bella melodia e da una forte ricchezza e variabilità compositiva. Quando l'atmosfera si fa più darcheggiante, ecco arrivare uno splendido cambio di velocità con un forsennato assolo che spezza il brano dopo circa sette minuti .L'unico difetto è appunto la durata, per un pezzo che si chiude in maniera sfumata tra suoni irreali e i giochi di tastiera di Burton. "Dead Lover's Lane" è un altro brano abbastanza ruvido ma dal ritornello melodico che esplode nel finale, tra gli acuti di Ville e la veloce batteria di Gas Lipstick. "Song Or Suicide" è un pezzo registrato da Ville Valo in una camera d'albergo della durata di un minuto e cinquanta, cantato in tonalità bassissima da Ville accompagnato da una chitarra acustica; strani e inquietanti rumori si sentono in sottofondo, lo scricchiolio di una sedia e il passaggio di un auto alla fine del brano. "Bleed Well" è forse la traccia più interessante dove a sorprendere sono gli acuti di Ville, uno splendido riff che accompagna tutto il pezzo e un ritornello eccellente degno dei tempi migliori. La chiusura è affidata all'ottima "Cyanide Sun", dove a prevalere è la melodia e la malinconia ed è proprio in pezzi come questi che i nostri danno il meglio di loro stessi.     

Il lavoro è buono e gli HIM sono una delle band col maggior numero di estimatori e detrattori allo stesso tempo. Il problema principale dell'album e che manca un pezzo che entusiasma e cattura il pubblico come "Pretending" o "Join me (In Death)" per intenderci. Tuttavia, è da apprezzare il tentativo della band finnica di cambiare registro proponendo un prodotto più heavy e tecnico, in cui si da più spazio alle performance di Lazer senza rinunciare ad atmosfere malinconiche e a tratti catartiche. Nel bene e nel mali gli HIM sono destinati a far parlare di se ed è sempre bene non dimenticarsi di una band che, per chi ama il gothic rock, ha scritto melodie di grande livello e merita sempre attenzione.

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