Tre giovanotti bianchi in procinto di diventare rockstars di fama mondiale e un loner/loser che potrebbe essere un loro fratello maggiore, o lo zio giovane, si tolgono uno sfizio: un album di covers blues.
"Travelin' Riverside Blues" è un treno, "Junko Partner" mette allegria, "Mannish Boy" scava dura ed ossessiva, "Wang Dang Doodle" è il treno che ritorna. Dopo tanta elettricità, spina staccata per la ballata scanzonata di "I'm a One Woman Man". Ma quelle che sorprendono sono le due fuori posto: la traduzione blues di "Raspberry Beret"(!) e "Vigilante Man" rifatta senza stravolgimenti, forse per permettere allo spirito di Guthrie di riconoscerla.
Lavoro solido, energico, fatto da rockers con le palle, ideale per chi ama il Suono Americano classico ma non tradizionalista. I tre giovanotti assieme al loro cantante, Michael Stipe, avrebbero poi raggiunto vette di popolarità mica male (il disco fu realizzato nel 1987, l'anno di "Document"). Warren Zevon, lo zio, avrebbe proseguito la propria carriera come al solito, tra alti e bassi, in giro per il mondo a suonare per la sua piccola ma fedele cerchia di estimatori. Non credo che se ne dolesse più di tanto. RIP.
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