Gli Hogwash sono per me una sorpresa, positiva e inaspettata. Conosciuti qualche giorni fa al concerto dei più titolati Verdena come gruppo di supporto, sono stato subito avvolto da una sensazione di positività nel vederli suonare con una tranquillità al di fuori del normale.
Questo loro terzo lavoro, sembra essere lontano dal sound iniziale, soprattutto del loro primo album "Fungus Fantasia" orientato verso orizzonti più stoneggianti, e questo non ha fatto altro che giovare alla loro originalità e capacità espressiva.
Si parte con "Better So", un pezzo ben curato dove le due chitarre si incrociano alla perfezione, la voce un pò contratta del cantante/chitarrista Enrico R. sembra amalgamarsi benissimo con l'atmosfera che si respira all'interno della traccia. Si continua con "bribe" bella introduzione basso/chitarra e melodia da vendere, così come "Stock Phrase" e "Prank Calls". Al primo impatto sembra di trovarsi di fronte a qualcosa di già sentito, e forse tutto ciò potrà anche esser vero, ma non bisogna lasciarsi condizionare da questo aspetto, soprattutto quando a suonare sono dei ragazzi nostri compaesani che hanno tutte le carte in regola per regalarci ancora qualcosa di buono per le orecchie.

Quasi inosservati come al solito succede ai gruppi che fanno da spalla, a me gli Hogwash sono piaciuti e piaceranno ancora per molto tempo, soprattutto con questo disco che a parere del bassista Giuseppe B. rappresenta la summa opera della loro carriera (almeno per ora). Commovente la situazione in cui mi sono venuto a trovare nel momento in cui ho acquistato il cd (insieme al loro primo album): a vendermelo, come spesso accade ai concerti, è stato il bassista in persona che consigliandomi l'acquisto mi ha appunto indicato questo "atombombproofheart" come il disco migliore della loro discografia, e quando ha visto che avrei preso anche il primo, ha spalancato gli occhi, e poi gli ha richiusi con quel facciotto a voler dire, grazie davvero, dopo...una pacca sulle spalle...ed ancora "grazie ragazzi". Beh queste sono le cose che a me fanno star bene; ho aiutato un gruppo semi sconosciuto, attribuendoli il giusto riconoscimento per la loro fatica, per il loro amore verso la musica; questo è quello che dovremmo fare tutti, e penso che voi lo facciate, perchè è giusto che sia così.

Comunque, discorsi strappalacrime a parte, tornando al disco, secondo me questo lavoro è ottimo, e ci presenta una band dal suono molto americano, orientato verso sonorità care alla seattle scene.
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