L'anno scorso un amico viene a trovarmi a casa con un cd! Mi dice: " Toh beccati sto disco, ascoltalo, non te ne pentirai! " Il cd rimase sulla scrivania per un paio di giorni senza che lo curassi. Dopo di che un giorno, spinto dalla curiosità, decisi di ascoltarlo. Era una fredda sera invernale, solo a casa, stanco. Il disco in questione è The Cycle Of Days And Season, degli Hood. All'anagrafe Tattersall, Parfitt, Clyde Evans, Johnson, Adams and Adams (fratelli). Vengono da Spofforth Hill. Scena inglese.
Dalla copertina e dalle altre foto che compongono il booklet sembra si capisca la musica che compongono. Immagini di campagna, frammenti autunnali. In effetti sin dal primo ascolto vengo colpito dal sound malinconico, dai riverberi sempre presenti, dalla voce che è a metà tra il canto e il parlato. Un sound emozionale, ricco di atmosfere rallentate e musica cesellata da chitarre lentamente pizzicate. Atmosfere ambient. E' il classico (come lo si definisce da anni a questa parte) post rock. In questo lavoro vi è una ricca presenza di trombe, piano e campane. Per me che sono un appassionato di artisti come Mogwai, Slint, Joan of Arc, Bark Psychosis, Flying Saucer Attack e via discorrendo è stata una piacevole scoperta. 11 tracce, intervallate come al solito da momenti di silenzio e sprazzi di uggiosi feedback, da ascoltare con assoluto distacco dalla realtà e dalla fretta. Absolutely quiet. Spegnere la luce, cuffie nelle orecchie, buio e poi immaginare di volare tra atmosfere lamentose e al tempo stesso romantiche.

Dopo questo disco ho comprato gli altri lavori degli Hood. Questo che ho recensito a mio parere è molto bello, anche se gli Hood hanno rasentato la perfezione con Cold House del 2001. Questo è stato creato tra il 1998 e il 1999. Non so, io lo consiglio. E una sperimentazione che dal lavoro precedente porta al di cui sopra capolavoro Cold House.

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