Con questi personaggi l'underground psichedelico si insinua ed emerge nettamente con una musica vitale, che collega i percorsi del rock cosmico, della trance e dell'improvvisazione. I chitarristi sperimentali Aidan Baker ed Eric Quach, hanno cosparso la loro energia creativa in band come Nadja, Caudal, Tavare e thisquietarmy. e i loro lavori da solisti durano ormai da dieci anni. Qui rappresentano le colonne portanti dell' Hypnodrone Ensemble. Questo collettivo berlinese ha all'attivo un florido catalogo di album post-psych e giunge ora alla decima prova, con The Problem Is In The Sender - Do Not Tamper With The Receiver.
Sweeney al basso è il solito elemento essenziale dell'Hypnodrone, con l'aggiunta di un triello di drummer, formato da Fiona Mackenzie, Angela Muñoz Martinez e Sara Neidorf. Il nuovo album vede anche una nuova ed inconsueta estensione del consolidato modus strumentale dell'Hypnodrone, con la cantante sperimentale Lane Shi Otayonii, musicista e sound performer cinese. La voce di impostazione gregoriana di Otayonii si dispiega in un percorso ammaliante che si muove attraverso vibrazioni vocali, accanto ai profondi droni elettrici e ai ritmi marcati dell'Ensemble. E' un elemento nuovo in un canovaccio consolidato e di notevole spessore.
Il canto evocativo di Otayonii è centrale nell'apertura rimbombante dell'album, Transit. È una traccia con uno slancio mistico e vorticose scale che ricordano Amon Düül, e tra gli ingredienti troviamo una chitarra densa, caldissima e sostenuta con l'aggiunta di synth tremuli q.b. Nel vortice ritmico, la voce irrompe e poi si immerge, con piglio devozionale, sciamanico, in una miscela ricca di timbro e dinamica. Traccia maestosa con ritmi che inducono alla trance e lamenti senza parole, quasi simili a preghiere, in una lingua ancestrale sconosciuta.
Il secondo pezzo Desdemona ci avvolge in otto minuti di jazz psych a combustione lenta. Un tappeto ritmico ed ipnotico con la voce di Otayonii che vuole attirarci come una sirena verso lidi incantati. Underdogs inizia con una elettronica spaziale e il tintinnare degli strumenti prima di sciogliersi nell'aere psichedelico. La traccia di quasi quindici minuti è foscamente rituale, come il miraggio allucinatorio di un oasi, che sembra avvicinarsi ma che scompare passo dopo passo. Alchemia è post-rock scintillante che si interrompe prima del dovuto, per far spazio all'ultimo pezzo live, registrato al Punctum di Praga, di durata chilometrica. Ci sono tutti gli elementi degli Hypnodrone, le chitarre che si allungano, le melodie, gli ingranaggi ritmici locomotivi, la vocalità tribale e sciamanica. Qui gli Hypnodrone Ensemble si lanciano in un lunghissimo sabba cosmico/orgiastico.
Abbandonatevi, fate fluttuare le vostre onde cerebrali theta , in uno stato alterato di coscienza, per un percorso emotivo in un crescendo di sensazioni ora mistiche, ora sciamaniche, ora devozionali. Fatele vostre e viaggerete tra le tempeste nel mondo degli spiriti. Percorso astrale, ma con un inevitabile, quanto mesto, ritorno su sta Terra.
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