Luludia & Demarga...

Si sono cercati, si sono corteggiati per qualche settimana; poi è avvenuto il primo contatto telefonico e si è deciso di puntare tutto sulla band svedese degli Hypocrisy.

Uno scritto a due, a quattro mani; una delle due teste pensanti (?) disposta a parlarne bene, a lodare il disco. L'altra parte a fare a pezzi il tutto. Paradiso ed Inferno; bianco e nero nella stessa recensione.

Un'anima divisa in due fate conto, lo zucchero psichedelico da un lato, il fragore e il latrato dall'altro. Un peregrinare schizofrenico tra i suoni, l'orecchio destro e l'orecchio sinistro in perenne acustica battaglia...

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Tocca a me dare il la alla pagina; e sono la parte più fiera e metallurgica del duo, della creatura a due teste che si è formata, che è stata plasmata dal fango.

Dico Hypocrisy e subito devo scrivere Peter Tagtgren, il padre-padrone del combo originario di Ludvika nella Svezia centrale. Nati nel 1990 e giunti con “Into the Abyss” già al settimo lavoro in studio.

Siamo nell'Aprile del 2000 ed il trio si rinchiude negli Abyss Studio, ecco spiegato l'arcano del nefasto titolo scelto per il lavoro, di proprietà dello stesso Peter. Ne vengono fuori dopo un mese con un disco clamoroso a livello di distruttivi suoni. Compatto, disturbato, con dei fraseggi maligni, viscerali, da oltretomba.

Dieci brani, la metà dei quali suonati a velocità inusitata. Un Death Metal balordo, nevrastenico, schizoide; un concentrato diabolico, con la voce di Peter che più volte sconfina in territori Black Metal da tanto tirata e strappata. Lo assecondano in questa dimostrazione di vera e propria pazzia gli affidabilissimi Michael Hedlund al basso e Lars Szoke alla batteria.

Ma è la chitarra insanguinata del leader a dominare su tutto; bordate di primigenia violenza come avviene nell'opener "Legions Descend" e nella successiva "Blinded": un impazzito crocevia che prende spunto dal Brutal Death dei Cannibal Corpse, dal Death'n'Roll degli Entombed. Una forza spaventosa, un caos indescrivibile che viene replicato ed amplificato nella breve e furente "Sodomized"...nomen omen...

Minuti di puro terrore, frustate annichilenti; dei rulli compressori che non lasciano superstiti, che tutto travolgono e incendiano.

Ma non di sola forza si compone il lavoro. Ci sono anche momenti cadenzati, dove si entra in territori Gothic-Doom di inarrivabile bellezza.

Ed allora giusto a questo punto citare il mid tempo "Fire in the Sky" posta a metà dell'opera per spezzare il ritmo, per ridare respiro all'ascoltatore fino a quel punto disintegrato dalle prime canzoni.

Ma non è finita perchè il disco si conclude con l'ancora più atmosferica e decadente "Deathrow (No Regrets)": strazianti e dolorosi ritmi Gotico-Sinfonici con la voce che assume in buona parte del testo toni elegiaci, puliti, chiari. Con un assolo finale della sei corde di infinita e nuda bellezza".

Ad Maiora...

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Fetido de marga grinder. Mal te ne incolse.

Come osasti profanare coi suoni dell'inferno quest'antro d'armonia? Chi sono questi cavrones che scambiano la scienza rumorista con l'urlo cavernicolo, la freschezza rock'n'roll con la più bieca ottusità sonica?

E dimmi poi, cos'è sta storia della Svezia? Da li vengono tennisti, mobili di legno chiaro, fanciulle esangui che da sempre sacrificano ai ruvidi sciupafemmine di Romagna. Dai su, andiamo, la Svezia!!!

E comunque ecco qua il disco, col gatto che mi guarda con tanto d'occhi e a quelle schitarrate si rifugia sotto il letto.

Con gli spiritelli di casa che, avvezzi ai suoni miei (giostrine sospese e suoni salterini), ora s'attorcono a questo orrore e svolazzano spauriti in seno a un vento malefico.

Anche se poi è solo un attimo e alla fine il caos diventa una specie di rumore di fondo. Il gatto ritorna, gli spiritelli s'acquietano. Insomma, non è successo niente.

Ma forse son troppo severo. Qua e là il macello quasi mi piace, l'istinto rumorista a tratti funziona. Ma non temere, fetida altra parte di me, non mi avrai, non mi avrai mai!!! Anche perché la ballatessa finale è roba da fumettone fantasy/horror. Un triste rito per segretarie che al secondo Mojito s'affidano al demonio.

Comunque cari cavrones svedesi, un consiglio. Di questa vostra melma tenete solo l'ossessione. Dimenticate l'Abc cavernicolo, dimenticate quel canto che da esorcista si fa esorciccio. E con voce neutra, o magari con sinistro sussurro, declamate l'inventario degli orrori d'occidente.

Trallallà...

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