Verranno i giorni del vento del Nord? Ascoltando gli undici dolorosi schiaffi metallici del vichingo Olve "Abbath" Eikemo sembrerebbe non ci siano dubbi.

Il titanico axe-man e perfido urlatore di fama Immortal si presenta con questo progetto solista al nome I a quattro anni di distanza dall'arcinoto "Sons Of Northern Darkness" dal quale alcune peculiaritá vengono abilmente estrapolate. Coadiuvato da un manipolo di musicisti di fama, quadrati e micidiali nell'esecuzione il nostro ci sputa furente riffs d'antologia, ritmi schiacciasassi ed urla abrasive unite al sottofondo ronzio putrescente tipico del metal norvegese.

Chitarre intinte nel rock'n'roll piú bieco e macilento omaggiano i Mötörhead nella selvaggia apertura di "The Storm I Ride", inframmezzata da leads oltremodo catchy ed un assolo preciso e pulito (efficacissimo Isdal, musicista davvero di classe). Ma é da "Warriors" che inizia il tormento, il riff sinistro alla Quorthon taglia l'aria per lanciare un thrash metal "epico" dall'impatto dirompente, le ritmiche macinano l'ascoltatore come cingoli di un tank impazzito ed Abbath punge rabbioso e stridente dall'alto dell'ugola marcia che si ritrova. Ancora le armonie scelte dal solista "Ice Dale" ci avvolgono furenti ed emotive per un finale malinconico e volutamente ottantiano come al thrasher di Os tanto aggrada.

Si sale sulla cabinovia per il Galdhöpiggen (vetta impervia delle Highlands Scandinave) con "Mountains" il cui arpeggio iniziale ci fá tremare di nostalgia per il lontano "At The Heart Of Winter".. Ancora un uragano di riffs super ispirati, un crescendo battagliero infarcito di rimandi "old-school" nell'uso della chitarra e di fierezza nel cantato da vagabondo dannato di Olve.

Si entra nel regno delle ombre con "Days Of North Winds", stramaledetto il riff d'apertura fá correre i brividi lungo la schiena, riempe gli occhi di lacrime fra paesaggi brulli e lande sterili, dimenticate. Sporco, roco il tono di Abbath ci trascina tra le cattedrali dei pagani, il groove delle asce metalliche sale irrefrenabile e culmina nell'ennesimo capolavoro armonico di Arve di fama Enslaved. Le vertigini..

La nebbia si dirada sulle colline del Björnefjörd, le fattezze di guerrieri solitari diventano realtá nella cantilenante "Far Beyond The Quiet", dedicata al nume ispiratore del rock estremo Nordeuropeo Quorthon, una muraglia di melodie gonfie d'epicitá sposa ritmiche tra il doom e il thrash teutonico. Un altro arpeggio sentito e brumoso lancia la spavalderia di note orgogliose ed assoli taglienti prima che il tono della sei corde biascichi le ultime strida.

Sbaragliati dalla furia cieca di "Cursed We Are", dominata da un riffing mozzafiato unito al chorus che ci porta a sbraitare agguerriti danzando sulla neve fresca, entriamo nelle atmosfere funeree di "Shadowed Realms". E, signori, qui a dominare é propria l'ugola imprecisa, virile e  sdegnosa di Abbath, siamo tornati ai tempi dei vecchi Immortal! Melodie come tremolii causati dal vento tra gli aceri, non sussurri ma grida, moods chitarristici nobili e litaniosi, le porte del Nord si aprono.. ed il viaggio del guerriero sulla collina termina.

"Between Two Worlds" é metal nel midollo, é il disco che vi fará tornare ragazzini e ribelli sognatori. Affondate i padiglioni auricolari nella nostalgia, il passato di un genere musicale vive tra le note arcigne e granitiche di quet'opera!

Elenco tracce e video

01   The Storm I Ride (03:27)

02   Warriors (05:53)

03   Between Two Worlds (05:52)

04   Battalions (04:46)

05   Mountains (06:05)

06   Days of North Winds (04:04)

07   Far Beyond the Quiet (07:13)

08   Cursed We Are (05:16)

Carico i commenti...  con calma

Altre recensioni

Di  Proscriptor

 È lecito aspettarsi qualcosa di più!

 In sostanza questo è un album che merita, prova ad essere originale, anche se ci riesce solo in parte.