Arriva l’estate e in Rai vanno tutti in vacanza, dai capoccioni agli operai. Sullo schermo irrompono i peones, per il resto repliche su repliche. Film con Totò a manetta, musicarelli, Techetechetè in prima serata. E su Techetechetè un minuto di gloria non si nega a nessuno: gruppi dimenticati, attori in pensione, soubrette per una stagione o forse più. Ogni tanto sbucano persino i Camaleonti, li riconosci per via del loro cantante coi baffoni, Livio Macchia, ma soprattutto perché ce la mettono tutta per interpretare lagne incommensurabili, tipo “Eternità”, “Applausi” o “L’ora dell’amore”. Che poi sarebbero i loro principali successi: giusto così, ci mancherebbe. Ma i Camaleonti sono stati altro.

“The Best Records in the World”, pubblicato dalla benemerita On Sale Music nel 2003, raccoglie il meglio dei proto Camaleonti, gli stessi che si tuffarono a pesce morto tra le onde della nascente scena beat tricolore. Il cd non è altro che un assemblaggio dei primi due album della band milanese, ovvero “The Best Records in the World”, l’esordio sulla lunga distanza, sfornato nel 1966, “Portami tante rose”, dell’anno successivo, e dei singoli usciti a corredo dei suddetti 33 giri. È il periodo Kansas, una delle etichette discografiche più all’avanguardia di quegli anni, è anche il periodo del chitarrista e cantante Riki Maiocchi, che trascina i Camaleonti verso un suono ricercato, quasi (quasi!) garage, con incursioni di marca mod e inossidabile grinta.

Tra i due album esiste una differenza sostanziale: se all’interno di “The Best Records in the World” regnano esclusivamente cover (Beatles, Rolling Stones, Animals, Bob Dylan…), “Portami tante rose” si fa notare per un mucchietto di canzoni originali. Che i Camaleonti fanno proprie con uno stile in grado di andare oltre il beat, senza trasfigurarlo ma guadagnandosi un posto tra i gruppi più innovativi dei sixties italiani. Fossero stati un po’ più coraggiosi, chissà… Comunque, il meglio del cd sta tutto nella parte finale, quella dedicata ai singoli, con due dischi tris (in pratica, dei 45 giri con tre canzoni all’interno anziché due) che danno l’idea di quanto i Camaleonti fossero avanti. L’uscita di Riki Maiocchi servirà ad addolcire il suono e a renderlo addomesticabile, arriverà il tempo del successo e delle lagne. Basta accendere la tv all’ora di Techetechetè, prima o poi i Camaleonti arriveranno.

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