Negli anni '50 gli Stati Uniti commisero la prima delle loro cazzate in politica estera rovesciando il governo socialista di Mossadeq in Persia, oggi Iran. Misero al potere lo Scià, un loro fantoccio corrotto che per via del suo mal governo suscitò la nascita e l'ira dell'integralismo islamico. Quest'ultimo divenne un bel problema, e lo Scià, nell'ultimo decennio di potere che gli rimaneva, cercò di inventarsi un modo di secolarizzare l'Iran...

Una di queste occasioni fu il 2500esimo anniversario delle rovine di Persepolis. Ci voleva qualcosa di radicale, innovativo, anche per dimostare al mondo che l'Iran era tutto sommato un Paese moderno. La scelta su come celebrare quel festival fu commissionata a Iannis Xenakis, che probabilmente aveva anche poca simpatia per lo Scià di Persia.

Iannis Xenakis: partigiano antinazista, cieco a un occhio dopo un combattimento a fuoco, in seguito schieratosi contro i britannici nella guerra civile del suo paese, la Grecia, poi fuggito in Francia che lo accolse come un figlio, allievo dell'architetto Le Corbusier, ma soprattutto pioniere della musica fatta al computer, snobbato nell'ambiente della dodecafonia ma grandissimo, basava la sua musica elettronica e non sul calcolo della probabilità ("Stochasthic Music").

Xenakis era la persona giusta per ciò che lo Scià Rezha Phalavi voleva. Presto detto. Xenakis visitò le rovine di Persepolis, e compose musica totalmente elettronica, che sarebbe stata emanata nel 1971 da 59 altoparlanti disposti strategicamente, accompagnata da giochi di luce suggestivi.

La musica su questo cd parte in sordina, è un fascio elettronico con lente ma inesorabili mutazioni che portano lontano.Sembra il vento che, appunto, spira tra le rovine di quel baluardo di una civiltà ormai andata. Più psichedelico di uno Stockhausen, meno serioso del Berio delle sequenzas, questo disco rimarrà una pietra miliare della sperimentazione degli anni '70

Ah già, poi lo sappiamo tutti allo Scià come andò a finire...

Dell'edizione del  Persepolis che ho io, c'è da dire anche che comprende un cd di remix, di autori che poco hanno a che fare con mastro Xenakis: gente come Merzbow o Francisco Lopez o Otomo Yoshihide e altri ancora hanno preso un frammento di quest'opera e l'hanno devastata a furia di rumorismo. Intendiamoci, il rumorismo mi va bene, ma nel contesto di quest'opera importante c'entra poco.

Xenakis è morto a 79 anni nel gennaio 2001, dopo una lunga malattia.

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