Tra i padri del black. Non ci sono altri termini o aggettivi per descrivere gli Immortal. E non ci sono aggettivi per descrivere il vuoto che il loro addio ha lasciato. Non credo che un gruppo black abbia mai partorito nella propria musica un gelo simile, una tale freddezza e aggressività nelle proprie composizioni.
Appena un misero anno era trascorso dalla pubblicazione di "At The Heart Of Winter". Critiche su critiche avevano riempito quel capolavoro che aveva tropvato la giusta unione tra aggressività e melodia. Demonaz ora non c'era più ma Abbath riesce con questo "Damned In Black" a dare una svolta nuova agli Immortal riportandoli a quella velocità brutale che li aveva contraddistinti da sempre. Sette canzoni che cercano di ricordarci i fasti di "Battles In The North", ma non ci riescono appieno. Sì, perchè era difficile, una volta presa la strada della melodia, ritornare sui lidi della potenza. Suonano bene, Abbath canta ottimamente, ma qualcosa non riesce a riportare i fasti di "Diabolical Fullmoon Mysticism" o del masterpiece "Battles In The North". Non è certo il loro capolavoro.
Inizia benino con "Triumph" che mi sembra sia volutamente lunga: varietà di riffs, di soluzioni ritmiche e vocali tutto sorretto dalla solita sezione ritmica tipica degli Immortal. Ma il brano nella sua durata stanca un pochino, così come la successiva "Wrath From Above", che comunque presenta qualche buono spunto come un discreto assolo e una parte più pacata (calcolata?). "Against The Tide" risulta invece abbastanza buona: parte più lenta, si velocizza, per poi esplodere definitivamente nella sua violenza. Le due seguenti track sono invece scialbe e poco originali: "My Dimension" e "The Darkness That Embrace Me" sono in linea con quanto già ascoltato e non presentano novità eccelse, sembrano quasi riempitivi di un album che finora ha mostrato poche idee veramente degne di nota. "In Our Mystic Visions Blest" gli Immortal si rialzano per poi esplodere difinitivamente nella title-track che considero davvero un loro classico: "Damned In Black" è melodica, gelida, malinconica nelle parti acustiche e mi sembra presa direttamente dal precedente album che tanto ho amato. E continua fino alla fine emozionando e raffreddando le nostre menti presa da questo gioiello di canzone. Se non fosse per la title track, il mio voto sarebbe stato sicuramente più basso. Ma considero questo disco un ottimo ponte tra "At The Heart Of Winter" e "Sons Of Northen Darkness" che considero il primo un capolavoro, il secondo l'ottimo addio di una band storica in ambito black.
Se volete prendere gli Immortal a piccole dosi, questo "Damned in Black" va benone. Se siete fans incalliti potrebbe anche non piacervi. Tuttavia buono, niente di più.
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