Alle soglie della vita è un film del 1958 di Ingmar Bergman uno dei più grandi registi cinematografici di ogni tempo e luogo.

Tre donne, un ospedale, reparto ginecologia. Tre donne incinte, tre destini e tre prospettive diverse.

Se penso al cinema hollywoodiano che ancora oggi relega la donna, salvo rare eccezioni, ad un ruolo di contorno, donna oggetto che parla e “recita” col corpo da Marilyn Monroe in poi e penso a questo film di Bergman che uscì più di 60 anni orsono resto basito.

Un film realistico, semplice ma profondo. Concreto nelle dinamiche, nei dialoghi, nella caratterizzazione dei personaggi. Interamente girato in interni (l’ospedale). Inquadrature centrate, perlopiù fisse, pochi fronzoli o svolazzi, un film teatrale.

Un film maledettamente calibrato, non una sbavatura, niente di più niente di meno di ciò che vedi ma vedi la vita. La vita con la V maiuscola, la vita che ancora deve nascere, il bambino. E la coppia che si ama per davvero, che l’infermiera non ha mai visto in vita sua una donna così felice di mettere al mondo un bambino, il suo primo figlio …e la coppia che si ama per finta e si vede e lei glielo dice e lui dice ma no ma cosa vai a pensare (attori formidabili). E la ragazza madre che resta incinta dello sciupafemmine di turno e che quindi vuole abortire, lei odia i bambini e invece no non li odia.

Lieto fine? Finale a sorpresa? Colpo di scena? Niente di tutto questo. Ingiustizia? Nemmeno. È solo la vita, sono solo vicende umane che potrebbero capitare a chiunque e che sono capitate e capiteranno ancora. Che quando finisce magari qualcuno dice ma come finisce così? Certo scemo, tutto è compiuto che cazzo vuoi la musichetta strappalacrime, lo sguardo attonito di lei o un uccellino che si sofferma sul bordo dietro la finestra e, indugiando un pochino, riprende il suo volo?

Finisce e basta, senza musica, senza manco avvisarti che sta per finire, senza l'inquadratura finale "fica" è compiuto è andata così.

Per capire quant’è grande Bergman devi solo vedere i suoi film, non c’è bisogno di pomparsi dicendo ho visto PERSONA 15 volteEEE eeeeh però IL SETTIMO SIGILLOOOO… per quanto IL POSTO DELLE FRAGOLEEE… L’ORA DEL LUPO L’ORA DEL LUPO!

Beh, forse io preferisco questo Bergman qua guarda che t’arrivo a dire, tanto è sempre lui e sto film è talmente “perfetto” (oddio che termine odioso) che manco te n’accorgi che filmetto che t’ha fatto su tre donne incinta dentro un ospedale più di 60 anni fa.

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