1984.

Disco apprezzabile, nel quale echeggia un funk quasi primordiale miscelato ad un raffinato pop, che da poco ha familiarizzato con le ultime tendenze elettro-glam, nate in Europa col sorgere degli '80.

L'ascoltatore respira venti d'oltreoceano ed atmosfere rarefatte. I pezzi di quest'album desistono dall'essere troppo pretenziosi. Brani freschi, originali, a volte ballabili, che oscillano tra un classico e grezzo rock'n'roll e i più recenti trend della new-wave e del funk. I pezzi hanno durata piuttosto breve, ed una chiusa non troppo elaborata (e questo non è certo l'unico album degli INXS a detenere tale caratteristica).

Nel disco c'è posto per gli archi e per i caratteristici fiati suonati dal polistrumentista Kirk Pengilly (Original Sin, Johnson's Aeroplane, Face To Change), in grado di impreziosire le song trainate dalla voce di Michael Hutchence, insolito "profeta" della lotta alla discriminazione razziale, quando, con fare disinvolto, intona i celebri versi di Original Sin (hit molto prima negli US che in Europa). Nessuna pretesa quindi, come confermano anche The Swing e Love Is (What I Say), dove Hutchence offre tuttavia un convincente saggio delle sue qualità vocali. Burn For You è un brano più vicino all'elettropop europeo, ma rivisitato in chiave totalmente funk, o meglio, totalmente INXS.

Ebbene sì, perché il gruppo australiano - come dimostrerà anche negli album successivi, primo fra tutti "Kick" (1987) - appare tutt'altro che imbrigliato nello schema di una comune pop band della decade, né orientato verso un futuro puramente "rock". L'intento della band sarà piuttosto quello di elaborare un proprio genere, che sarà anzi fonte di ispirazione per altre band (soprattutto nei Novanta).

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