Siamo di fronte all’esordio degli Ion Dissonance, band canadese dedita ad uno schizofrenico Mathcore con numerose influenze metal: purtroppo io ho ascoltato i loro lavori in sequenza inversa (ovvero prima “Solace” del 2005 e poi questo “Breathing Is Irrilevant” del 2003) per cui non riesco ad apprezzare appieno l’evoluzione di questo complesso.

A onor del vero, mi sembra che grande evoluzione non ci sia stata in quanto già l’esordio mi pone di fronte una band assolutamente matura, soprattutto sotto il profilo tecnico. I cinque mettono in mostra doti tecniche assolutamente eccezionali e fuori dal comune che ben emergono dai complicatissimi tempi eseguiti da chitarristi e batteristi: credo che in tutto il cd non ci sia un solo pezzo eseguito i quattro quarti, giudicate voi. Continui i cambi di ritmo, che tuttavia resta su standard mediamente alti e non si concede praticamente mai alcun rallentamento. Si può dire che i chitarristi facciano parte della sezione ritmica perché più che eseguire delle melodie (assolutamente assente una qualsiasi melodia identificabile) si limitano a “scandire” il tempo, o meglio, a complicarlo ulteriormente andando volutamente fuori tempo rispetto alla batteria.

Il tipo di sound proposto è, come detto in apertura, un Mathcore molto violento e delirante, in cui si fondono chiari elementi di matrice Dillinger Escare Plan (specialmente per quanto riguarda le scale e i riff di chitarra) e Converge con elementi più tipicamente metal sia sotto il profilo ritmico (Meshuggah) sia sotto il profilo del sound (mi riferisco alle accordature molto basse e ad un certo feeling nero e cupo che caratterizza il lavoro). E’ ovvio che le canzoni, data l’ enorme eterogeneità del materiale, siano estremamente strutturate e intricate e che creino una fitta rete di suoni “dissonanti” che rende “Breathing Is Irrilevant” pressoché inavvicinabile. A condire il tutto c’è una voce assolutamente folle che spazia dagli screaming più laceranti e disperati fino ad un growling molto aggressivo e rabbioso.

Il risultato è un lavoro insostenibile che richiama alla mente tutte le emozioni meno controllate e per questo più spaventose. L’opener “Substancial Guilt Vs The Irony Of Enjoying” è un perfetto esempio di ciò che voglio dire: paure, furia e sconforto si mescolano in un combinazione tanto sgradevole quanto agghiacciante e inquietante. Impossibile che tante emozioni lascino freddi e impassibili: gli Ion Dissonance riescono a scuotere anche gli animi più tranquilli e sereni con una raffica di canzoni micidiali. La produzione è leggermente peggiore di quella del lavoro successivo e chi ne esce penalizzato è il bassista: per quanto svolga la sua mansione imprescindibilmente, il suono del suo strumento sbuca di rado e occupando un ruolo più che secondario. Questa è secondo me il lato più interessante e vivo della musica estrema: la perizia esecutiva è portata alle sue estreme conseguenze mentre le composizioni sono perfette e millimetriche.

Non troverete una pecca in questo album se non la difficoltà di ascolto, anche se so già che alcuni (come il sottoscritto) accetteranno volentieri la sfida e metteranno subito alla prova il proprio apparato uditivo. “Breathing Is Irrilevant” è adatto ai più “progressisti” in ambito metal, ma soprattutto ai palati fini del Mathcore e del Post-Hardcore: lavoro eccellente che mostra le qualità del quintetto canadese e offre al pubblico estremo pane per i suoi denti.

Carico i commenti...  con calma