Musica e pittura, note e colori, strumenti e pennelli. 

Sono la stessa cosa, eppure figli di ispirazioni diverse. Ma c'è sempre qualcuno che riesce a dipingere note e a far cantare il proprio pennello...

"Endless Way" (2007) è un dipinto di melodie, un pentagramma di acquerelli ed un susseguirsi di sonorità fiabesche solcate da pennellate floreali e maledettamente variegate. Gli Iridio di Valentina Buroni e Franz Zambon, autori dell'opera, propongono generi quali folk medievale, gothic, neoclassica ed etnica mediorientale che spaziano dal sublime, al malinconico al festoso e raggiante.

"Endless Way" può essere ascoltato come un'opera musicale, osservato come una mostra di quadri d'ogni genere e gustato come uno squisito dessert. Vi sono brani che vanno solo contemplati per la loro natura celestiale, sontuosa e diafana ("Golden Skies"; "Shadows and Fears") mentre ci cullano tra i petali di un pianoforte, i sussurri di un flauto e le gocce primaverili di un'arpa; vi sono brani semplici e centellinati da chitarre, violini ed altri strumenti a corde ("Time to Leave"; "Sunrise Dancers") che oscillano tra la medievale e la celtica; altri brani vanno osservati e scolpiti con la nostra fantasia sulle note suggestive di percussioni etniche e sitar ("Enchanting Lights"; "Heavenly Spark") che sgorgano tiepide ed avvolgenti tra tramonti sulla sabbia del deserto e notti di profumi e passioni al chiaro di una luna orientale.

Momenti danzerecci ci vengono concessi con "At One with the Universe" e "My Home", la prima contaminata da un'elettronica penetrante ed elastica, mentre la seconda è un inno esplosivo di cornamuse festose che ci riportano ai tempi antichi delle corti, dei banchetti e dei menestrelli, tempi che oramai sono sognati per la loro romantica lontananza. I brani rimanenti, ossia "Stepping Westward" e "New Stars, New Ways", si mantengono su livelli contenuti e fascinosi conservando la formula adottata nel complesso dell'album, ma uno dei brani più atipici è proprio l'outro "La Via Infinita": solo la voce di Valentina che spicca vibrante accompagnata unicamente da un cenno monolitico e profondo di tastiera, sospendendo la frizzante fantasia che ora viene condensata in due brevi minuti di pathos ed energia latente.

A questo proposito vorrei spendere due parole sulla voce della cantante: in tutto il corso dell'album si mantiene su livelli buoni senza però eccedere in magistrali acuti od estensioni vocali notevoli. Il suo obiettivo non è stupire l'ascoltatore, bensì coinvolgerlo morbidamente e sinuosamente, cullarlo con melodie semplici ed ammalianti, accompagnarlo per mano lungo tutto il viaggio senza discostarsi da lui con troppi virtuosismi vocali. In poche parole, è raffinata nella sua semplicità.

Nessun compromesso, dunque. "Endless Way" è un album lavorato con cura certosina ed animato da un vivo e preziosissimo gusto legato alle sonorità più incantevoli e pittoresche che si possano trovare. Un applauso a questa nuova realtà tricolore, e speriamo che tornino presto a deliziarci le orecchie, gli occhi, il palato, e tutto il resto... 

Intervista di Lovelorn agli Iridio su Darkroom Magazine

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