Artista: Iron Butterfly

Album: Heavy (1968)

Componenti del gruppo:
* Doug Ingle - Voce, organo hammond
* Jerry Penrod - Basso
* Ron Bushy - Batteria
* Danny Weis - Chitarra
* Darryl DeLoach - Voce

Gli Iron Butterfly esordiscono con questo, a mio avviso, meraviglioso album. Al contrario di quanti molti dicono non c'è solo "In a Gadda da Vida" come capolavoro di questo gruppo; è sicuramente il pezzo più conosciuto e più di spicco nella loro discografia ma come ho già detto di bello hanno fatto molto, molto altro.

Al termine delle registrazioni nel 1967 (con l'album ancora non pubblicato) Jerry Penrod (Basso), Darryl DeLoach (Voce) e Danny Weis (Chitarra) abbandonarono il gruppo. Dopo un periodo breve di stop Ron Bushy (Batteria) e Doug Ingle (Organo Hammond) si misero a cercare nuovi componenti per il gruppo trovando al basso Lee Dorman e assumendo come chitarrista, all'età di soli sedici anni, il talentuoso Erik Brann con il definitivo passaggio di Ingle alla voce principale oltre all'Hammond. Fu proprio in questo periodo che venne pubblicato "Heavy", il quale si presenta con una copertina molto sullo stile del gruppo, con un font (scrittura) molto particolare e a detta di alcuni quasi illegibile, con i cinque componenti che lo componevano.

Nella sua parte musicale l'album presenta dieci tracce molto caratterizzate da cambi di ritmo e melodie molto ricche. La prima traccia "Possession" è caratterizzata a mio avviso di un passaggio di stati d'animo tramessi poichè la traccia comincia con un'introduzione molto malinconica che viene mantenuta anche nelle strofe quando però si passa al ritornello che trasmette molta più leggerezza. Da notare le relativamente lunghe parti di assolo eseguite da Danny Weis. Da "Possession" si passa ad "Unconscious Power" traccia molto più veloce della prima con un giro di tastiere in evidenza durante le strofe ed un pazzesco giro di basso durante il ritornello; molto bello lo stacco con la lunga rullata di Bushy che culmina in un assolo molto melodico che si ripete per quattro giri. Da notare secondo me anche il finale con un bello stacco nel finale. La terza traccia è "Get Out Of My Life Woman" che si apre con batteria ed organo abbastanza lentamente per poi entrare nel vivo della canzone più in stile blues delle precedenti e con l'assolo prendendo uno stile abbastanza country/southern; la canzone poi sfocia in una accelerazione di ritmo per poi concludersi.

Dopo l'ottima "Get Out Of My Life Woman" c'è "Gentle As It May Seem" dove è presente uno stacco di batteria ad ogni fine strofa cosa davvero molto azzeccata per me; durante l'assolo di chitarra Ingle mette un classico giro blues con le tastiere rendendo l'assolo molto più interessante. Infine la traccia si conclude molto più lentamente rispetto alle precendenti. Come quinta traccia abbiamo "You Can't Win" che questa volta entra subito nel vivo senza introduzione; le strofe si presentano piuttosto nel loro stile quando il ritornello sembra richiamare i Doors. C'è un maestoso stacco in controtempo dopo il primo ritornello dopo il quale c'è un discreto assolo di Weis. Da notare che il pezzo non ha una fine definita come le altre ma si conclude con l'abbassarsi del volume della registrazione. A questo punto siamo arrivati a "So-Lo" che si presenta come un pezzo molto leggero non molto complicato o articolato dal punto di vista musicale ma con una buona armonia dettata dai passaggi di organo molto melodici come quelli della chitarra che però esegue solamente fraseggi o assoli. Da tenere presente l'introduzione e il finale che sono eseguiti alla stessa maniera. Anche la settima traccia "Look For The Sun" si mantiene sulla leggerezza della precedente e ritorna un pò sullo stile southern/country; come nota positiva vi sono numerosi e brevi stacchi di batteria ed un buon assolo di organo da parte di Doug Ingle.

"Fields of Sun" è l'ottavo pezzo di questo album; comincia con una meravigliosa introduzione di pianoforte dopodichè la traccia, entrando nel vivo, comincia a mostrare le prime influenze molto psichedeliche con i cori accompagnati dall'organo durante il quale Bushy mette in mostra le sue particolari caratteristiche di invenzione sulla batteria. La canzone ha una fine che mette la classica suspance che mette la rullata di tamburo che sembra essere di quelli da orchestra.
Siamo dunque alla nona canzone "Stamped Ideas" che, dopo "Fields of Sun", torna un pò sulla leggerezza di "Look For The Sun" e "So-Lo" presentando però l'ottimo stacco d'inizio canzone che consiste in una rullata che caratterizza poi la canzone; da notare secondo me è l'ottimo assolo di questo breve pezzo. Per finire abbiamo "The Iron Butterfly Theme". La canzone che un pò rappresenta questo album, la prima vera canzone psichedelica che è stata composta dal gruppo. Pezzo solamente strumentale ha come particolare gli effetti usati dalla chitarra durante le pazzesche rullate di Bushy sovrapposte a un buon giro di basso e tastiere con una conclusione anch'essa molto sullo stile dello psichedelico.

Conclusione:
Che dire un album veramente eccezionale dal punto di vista musicale che ha messo in evidenza tutto quello che c'è di buono in questi artisti. Il gruppo nonostante non fosse ancora definito nel genere di musica che sarà il rock psichedelicho ha comunque "Fields of Sun" e, su tutte, "The Iron Butterfly Theme" che fanno calare riff, ritmi e atmosfere psichedeliche questo fantastico gruppo.

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