Con il ritorno di Bruce Dickinson, dopo il periodo Bayley, si apre un nuovo capitolo della storia degli Iron, che ha visto fino ad ora (2007) la creazione di tre album stupendi: 'Brave New World', 'Dance Of Death', 'A Matter Of Life And Death'.

Parliamo di 'Brave New World':

sulle generali possiamo definirlo un album piuttosto calmo rispetto ai precedenti, dove comincia a definirsi una vena progressive (Out Of The Silent Planet, Dream Of Mirrors, The Thin Line Between Love & Hate, Gost Of Navigator) che troverà il compimento nei due album successivi.

The Wickerman: sono sempre i soliti tre accordi ripetuti in maniera differente (e ve lo dice un chitarrista), una canzone che rischia di stancare se nono fosse per il singolare assolo di Adrian Smith per il fraseggio di Dave Murray sotto il ritornello e per il coro finale. Voto 8-

The Gost Of Navigator: una canzone che cerca di ricordare nei fraseggi i primi Genesis, in cui però stonano i pesanti riff della strofa e della parte C, inoltre è troppo lunga. Voto: 6.5

Brave New World: da una Title track ci si aspetterebbe un po' di più, è comunque un buonissimo lavoro, impostato su frequenti cambi di ritmo e tonalità, nel ritornello ricorda un po' 'Fear Of The Dark'. Voto 7+

Blood Brothers: è senza dubbio uno dei lavori di maggior spessore dell'album; costruito su un tempo dispari (è in 3/4, piuttosto insolito per un pezzo rock) e con un testo veramente toccante (''Will we ever know what the answer to life really is, can you really tell me what life is?''), stupefacente come al solito Dave nell'assolo 1, e, nonostante meno virtuosistico del primo, merita moltissimo anche quello di Janick che definirei una vera chicca. Voto 8.5

The Mercenary: è bello solo il riff iniziale, il resto potevano evitare di farlo; è la classica canzone fatta per riempire. Voto 5

Dream Of Mirrors: è il pezzo più progressive dell'album, con un intro che può annoiare ma che sfocia in un ritornello che nono puoi fare a meno di ascoltare 10 volte; bellissimo il cambio di tempo e le pedalate di Niko (che, vi ricordo, non usa il doppio pedale), viene tuttavia rovinata dal ritornello inserito nella parte veloce. Voto: 7/8

The Fallen Angel: il pezzo cazzuto dell'album; un heavy piuttosto peso che si commenta da solo. Bellissimo l'assolo di Dave Murray (il secondo per intenderci). Voto 8.5

The Nomad: un altra canzone fatta per riempire. Voto: 5

Out Of The Silent Planet: bellissima semi-ballad in cui i cori del ritornello creano un bellissimo effetto esotico. Anche qui come in Dream of Mirrors, Niko mostra la sua abilità nell'utilizzo del pedale singolo, con cui crea un bellissimo galoppo. Voto: 8

The Thin Line Between Love And Hate: discreto, ma non vale la pena di ascoltarlo più di troppo. Voto: 6/7

In conclusione è secondo me un lavoro che ogni fan degli iron dovrebbe avere, e che anche uno che li odia potrebbe ascoltare; ricordo per finire che nel tour di questo album è stato registrato il bellissimo 'Rock In Rio', pietra miliare della storia dei Live.

 

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