Che succede se il post-rock incontra il jazz ?
Se Miles Davis in una delle sue innumerevoli peregrinazioni si ferma nella città del vento o Ornette Coleman sposa il funk di New Orleans?
E se un manipolo di musicisti della scena di Chicago si incontrano per alcune session e decidono di mettere dentro al frullatore rock, jazz, funk ed elettronica?
Di preciso non lo so ma qualcosa di molto vicino agli Isotope 217, progetto che prende forma nel 1997, intorno a delle jam guidate da Rob Mazurek e che vedono protagonisti tra gli altri alcuni componenti dei Tortoise come Dan Bitney, John Herndon e il chitarrista Jeff Parker.

Questo di "Unstable Molecule" è sicuramente l'episodio più riuscito; l'album (che esce per la Thrill Jockey, etichetta storica della scena post-rock, e non solo) è, come dicevo, interamente permeato da una venatura jazz -fusion che richiama smaccatamente alla memoria episodi della Mahavishnu Orchestra e del Miles Davis di fine '60; ed in cui protagonista è la tromba di Mazurek, jazzista della scena di Chicago, che più di una volta lungo la sua carriera si è concesso divagazioni nel rock, come in "Tnt" dei Tortoise o in "Camoufleur" dei Gastr del Sol.
Il disco inizia con "Kryptonite Smokes The Red Line" che come "Prince Namor" sembra uscita da "In A Silent Way" o "Bitches Brew "; prosegue con "Phonometrics" e "Audio Boxing" che sono sono le tracce più funkeggianti, in "La Jeteè" vengono invece esplorati i territori dell'ambient e dello space rock.

In conclusione, quello che ne emerge è davvero un buon disco, un mix originale e disarmante di jazz, intriso di funk con invasioni nell'elettronica minimalista e reiminiscenze hip hop da prendere a scatola chiusa per gli amanti del genere, ma godibilissimo anche per tutti gli altri.

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