Verità, Libertà ed Anima. Tutte, ce le hai messe.

E così ce l'hai fatta.
Hai tanto inseguito la sorte, l'hai tanto provocata, l'hai presa in giro, ti sei mostrato sempre pronto, alla tua sorte, l'hai tanto provocata che te ne ha giocata una davvero cattiva, davvero. Non ti ha dato neanche la soddisfazione di morire come pensavi ormai che avresti potuto morire, dopo un coma etilico, o dopo una di quelle cannonate che ti sparavi a base di coca e di qualunque altra cosa insieme.
E ora sei qui, faccia a terra, di notte, nella città dove sei cresciuto, dove sei andato a scuola con ottimi risultati e con ottimi risultati hai giocato a basket, a volley, ad hockey, a baseball, a football, sei faccia a terra, di notte, nella città dove la scimmia della musica ti ha preso fin da piccolo e senza trascurare studio e sport hai imparato, figlio e nipote di batteristi, a suonare la batteria, poi il basso, la chitarra, il piano, ed hai scelto il basso perché, giocando a football, ti sei fratturato un polso e la batteria non era certo l'ideale, dopo l'intervento chirurgico.
Sei faccia a terra, di notte, nella città dove hai smontato il tuo Fender Jazz del '62, un gioiellino a cui hai tolto i tasti ed hai riempito gli spazi con resina epossidica da barche e poi hai riverniciato il tutto con sei strati di vernice, sempre da barche, creando un prototipo che non avresti più abbandonato, finchè qualcuno te lo rubò, pochi giorni fa, un bastardo che ha approfittato del fatto che ti eri addormentato, ubriaco fradicio, in un'aiuola del parco e l'avevi lasciato dietro un albero, l'avrà venduto per dieci dollari, se va bene. Quello stesso basso con cui avevi inciso in un'audiocassetta la tua personale versione di "Donna Lee" di Bird e poi l'hai fatta avere a Joe Zawinul che ti ha telefonato chiedendoti se sapevi suonare anche il basso elettrico, oltre al contrabbasso. Quando gli hai risposto che quello era un basso elettrico ti aveva mandato al diavolo, pensava che lo stessi prendendo in giro. E poi ti ha assunto, nei Weather Report, ti ha assunto...
Sei faccia a terra, di notte, nella città che ti ha visto ritornare dopo aver girato il mondo con la banda jazz più famosa del Pianeta, quella che ha cambiato pelle ad ogni nuovo album, che ha fatto del virtuosismo non fine a se stesso un marchio di fabbrica, mischiando il jazz al funk, accentando le zone buie della melodia e stanando il silenzio dietro una nota strappata a sangue. Lo zio Joe, l'austriaco, che parla poco ma è stato come un padre per te, e lo zio Wayne, giù il cappello, lo zio Wayne ha sostituito Coltrane nella band di Miles Davis, a suo tempo, sarebbe da venerare in un tempio. Li hai delusi tutti, sei sempre stato fuori da ogni loro possibilità di controllo, tu, il ragazzo prodigio del basso elettrico, il virtuoso del mai visto e mai sentito, il radunatore di folle, l'hippie innovatore e apportatore di un nuovo modo di stare sul palco, anche in un ambito come quello jazzistico in cui i ruoli sono sempre ben determinati e precisi ed il bassista è sempre stato un gregario. Tu, invece, conscio dell'ammirazione che gli zii della band avevano per te, nella banda delle Previsioni del Tempo sei sempre stato in primo piano, con loro che da subito hanno accettato anche le tue composizioni, trovarne, di datori di lavoro così... La banda, si dice grazie alla tua presenza che attira soprattutto giovani, dico, i giovani che ascoltano jazz invece dei Duran Duran o di Boy George, dico, è capace di radunare centomila spettatori e di fare tournées mondiali suonando in teatri e posti prima riservati alle rock bands, loro che i tempi pari non li usano neanche quando ruttano, per dire. Europa, USA, Sudamerica, Giappone, non c'è differenza, ovunque i Weather Report con Jaco Pastorius fanno sold-out...
L'abbiamo detto che sei faccia a terra? Stai con un braccio sotto il tronco ed uno anormalmente girato sulla schiena, con le puttane ed i nottambuli che ti guardano steso lì, in mezzo al tuo sangue che ti sgorga dalle narici, dalle orecchie, dalla bocca, nero come la notte intorno. L'ambulanza è arrivata in fretta ed il rianimatore ha fatto del suo meglio, poi ti hanno caricato... si vede che sei alto e che sei magrissimo, tutti scuotono la testa, sanno che i tossici, gli ubriaconi allo stadio finale, i senzatetto in genere possono anche farla, una fine così.... Ma cos'hai combinato per essere pestato non a sangue, di più, per essere colpito scientemente in posti precisi, centri vitali come la testa, il collo, le pareti craniche, e poi alle spalle, all'inguine, alle ginocchia, allo sterno, ed ancora alla testa, alla testa, alla testa. Hai un occhio fuori dall'orbita, staccato e l'altro non si vede più.
No, non ti ha beccato una banda di teppistelli o di naziskin pieni di birra alla ricerca dell'homeless da bastonare e poi bruciare, non ti ha trovato uno di quei giustizieri della notte con un coltello da otto pollici e un M16 sul sedile accanto, pronto a colpire indistintamente il drogato che si fa in vena in un vicolo come i gay che si baciano sul lungomare.
Nella tua città d'adozione sei tornato dopo aver girato il mondo per dieci anni con la band di jazz e di funk più importante del mondo, dopo aver inciso brani ed interi album con artisti che farebbero tremare i polsi a tanti turnisti affermatissimi, visto che hai prestato il tuo basso a Joni Mitchell, a Pat Metheny, a Ian Hunter, ad Al Di Meola, ad Herbie Hancock e persino a Jimmy Cliff ed altre decine di artisti, stupiti dalla tua creatività e dalla tua verve. Certo, il passo tra fenomeno virtuoso e fenomeno da circo è brevissimo, ed ultimamente ti sei comportato proprio così, sempre più veloce, sempre più mai visto prima, sempre più pieno di sostanze e superalcoolici, sempre più.
Ora però vivi di carità, sei perennemente ubriaco o fatto, o tutte e due le cose assieme. Ti hanno arrestato più volte, ubriachezza molesta, accattonaggio, furtarelli, od anche perché stavi tutto nudo sul tetto di un pick-up o perché hai occupato una casa disabitata con altri emarginati. Ed una tua partecipazione ad un concerto, un anno fa, costava migliaia di dollari, le tue lezioni di basso jazz avrebbero dissanguato una famiglia media in sei mesi, se non fosse che tu, il basso, lo insegnavi sempre gratis, a chiunque.
L'hai provocata, la sorte, sapevi d'essere malato e sapevi anche il nome della tua malattia, te l'aveva diagnosticata il padre, psichiatra di grido, di Peter, il tuo amico batterista che tu avevi portato nella band, ed il responso era stato "Malattia bipolare associata ad episodi schizofrenici e sindrome maniaco-depressiva, forse d'origine genetica". Breve ricovero in clinica di lusso, poi fuori, a bere ed a scoppiare per le strade, di notte.
Unire l'abuso di alcool o droghe alla malattia voleva dire incidere il proprio nome sulla lapide e tu avevi sempre con te lo scalpello. Con l'alcool ti punivi per la vita di merda che facevi fare a chi ti amava, le due donne che avevi sposato ed i vostri quattro figli, ci davi dentro fino a perdere conoscenza e ti svegliavi al mattino in posti che non conoscevi, e non sapevi come ci eri arrivato, e con chi...
Insomma, ecco, come ebbe a dire la tua ultima moglie al tuo funerale, semplicemente, nessuno merita una morte così ma tu hai trovato qualcuno che il lavoro sporco l'ha fatto per te, e non era neanche un pusher, quello che ti ha ammazzato, era un gestore di un locale notturno, pensa un po'... Hai sempre fatto così, tutta la vita, hai sempre portato la gente al limite, come facevi con la musica, del resto. Quella notte, strafatto e pieno d'alcool di pessima qualità, avevi visto che a Fort Lauderdale suonava Carlos Santana,vecchio amico, e tu sapevi che con lui c'era il bassista che tu avevi sostituito nei Weather Report, Alphonso Johnson, perdio, mica uno qualunque. Così ti eri introdotto nel backstage, sporco, coi jeans indossati da un mese e una canotta di cui non si distingueva più il colore originale. alla fine dell'assolo di Alphonso eri balzato sul palco e gli avevi preso la mano sollevandogli il braccio, come fanno gli arbitri di boxe quando dichiarano il vincitore. Alfonso, il pubblico tutto, Carlos, tutti ti avevano riconosciuto, strabuzzavano gli occhi, ma chi, Pastorius? E' un vagabondo che gli somiglia, no è lui, mio dio, come è ridotto, si è anche pisciato addosso mentre i buttafuori lo trascinano via... Cosa grida? Che Johnson è il più grande... Ma non diceva sempre che era lui il più grande? E' pazzo, lo è sempre stato...
Carlos Santana aveva detto ai buttafuori che andava tutto bene e si era preso Jaco di peso, portandolo nel retro, ma aveva fatto l'errore, anziché farlo portare a casa (già, ma quale casa, Carlos, vivo per strada, mangio dai frati...) di parlargli di Dio e di redenzione, e la cosa finisce lì.
Forse gli aveva allungato un centinaio di dollari, Carlos, piangendo e baciandolo sulla guancia sporca, dice che non ricorda, ora...
Poi hai girato un pochino per i moli e sei tornato alla zona dei locali, ma chi lo fa entrare, alle quattro del mattino, uno vestito come te, che urla e pesta i vetri, che prende a calci la porta? Ed ecco arrivare in scena il padrone del locale, un rifugiato vietnamita, non ti dice una parola ma comincia a colpirti, lui, si sappia, è esperto di diverse arti marziali e ti colpisce ovunque, a suo piacimento, a lungo e violentemente, finché ti lascia a terra nelle condizioni che abbiamo detto.
Duri ancora dieci giorni, in ospedale, in coma, e quando la tua ultima moglie dà il permesso di staccare le macchine, il tuo cuore pulsa ancora, da solo, per tre ore e mezza, regolarissimo, e poi smette di botto, così, come facevi tu alla fine degli assoli, guardando sornione il pubblico.
Dovevi compiere trentasei anni, tra due mesi.

Verità, Libertà ed Anima. Tutte, ce le hai messe.
In memoria di John Francis Pastorius III, Jaco per tutti, da sempre e per sempre.

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