In Cauda Semper Stat Venenum degli Jacula è un clamoroso caso di falso storico. Il disco porta la data del 1969 ma le sonorità sono, a un attento esame, posticce e probabilmente risalgono agli anni ‘80. Il compianto Antonio Bartoccetti d’altra parte è sempre stato un mistificatore. I suoi progetti sono sempre stati ammantanti da un alone oscuro e non sempre è stato facile capire cosa ci fosse dietro. Si diceva che i dischi degli Jacula fossero destinati ai monasteri (mi piacerebbe sapere se è vero comunque ci ho scritto un racconto sull’argomento). Quando recensii il libro “Magister Dixit” mi scrisse testualmente che dovevo “soffermarmi di più sull’argomento delle possessioni diaboliche”. In effetti, a suo dire, era in contatto con una ragazza che era stata sottoposta ad esorcismo. In realtà “Tardo Pede In Magiam Versus” (questo si autentico) era venduto proprio assieme alla rivista Jacula, il fumetto porno-horror. Qualcuno, anche a proposito di “Tardo Pede In Magiam Versus”, sostiene che la qualità della musica era mediocre. Non sono d’accordo con queste asserzioni: all’epoca il disco era molto originale: non c’era la batteria e il suono era caratterizzato da un bell’organo da chiesa e da belle atmosfere gotiche. Il discorso invece cambia per questo “In Cauda Semper Stat Venenum”: i suoni di chitarra alla Tony Iommi sono falsi e tutto puzza di inganno. Nonostante questo leggo in rete recensioni che lo magnificano come un capolavoro del suono malato e sepolcrale. Non si potrebbe essere più fuori strada. Ma non è finita qui: i testi sono delle traduzioni italiane (come attestato da qualche appassionato) adattate di stralci presi di peso da “In The Court Of The Crimson King” dei King Crimson e di “Pawn Hearts” dei Van Der Graaf Generator che sono posteriori al 1969! Difficile pensare che Peter Hammill e Pete Sinfield abbiano scritto i testi di In The Court e Pawn Hearts traducendo in inglese i testi degli Jacula. Esistono casi di questo genere ma qui saremmo oltre il ridicolo. Il disco è, a tutti gli effetti, un caso clamoroso di retrodatazione.

Ecco un piccolo esempio:

Jacula, 1969

Solo, sei solo

gli spiriti in coro chiamano,

mi abitano nella notte,

la sola vita che sento è la presenza del divino

Van Der Graaf, 1971

Alone, alone the ghosts all call,

pinpoint me in the light,

The only life i feel at all is the presence of the night.

Jacula, 1969

So che non c’e’ tempo,

so che non c’e’ nessuna rima,

veri segni trovatemi

Van Der Graaf, 1971

I know that there’s no time,

I know that there’s no rhyme,

false signs find me.

Carico i commenti... con calma