"JT" uscì nel 1977. Solamente un anno dopo il bellissimo lavoro di "In The Pocket" 1976, Taylor pubblica dodici pezzi molto orecchiabili, dieci scritti da lui e due ripescati dall'archivio di canzoni di cantautori americani (uno schema spesso utilizzato negli album dell'autore di Boston).

Non è un capolavoro e non è nemmeno uno dei dischi più riusciti dell'artista, contiene comunque dei pezzi molto interessanti.

Molte le ballate estremamente mielose, come la insipida "There We Are" e la più riuscita e romantica "If I Keep My Heart Out Of Sight" scelta come chiusura del disco. In altri pezzi "JT" (titolo del disco e soprannome di Taylor) schiaccia l'accelleratore del rock, lascia da parte la sua amata classica e imbraccia l'elettrica; ne escono dei pezzi davvero molto carini: "Honey Don't Leave L.A." di Danny Kortchmar e "I Was Only Telling A Lie". Molto interessante la rivisitazione di "Handy Man" di O. Blakwell e J. Jones, una ballata delicata e coinvolgente dal bel ritornello che cattura l'orecchio molto in fretta.

La ritmatissima traccia di apertura "Your Smiling Face" diventerà un tormentone, e contribuirà non poco a rendere questo album (tuttosommato non fra i migliori dell'artista) un enorme best-seller. Quest'ultimo pezzo sarà per anni un immancabile cavallo di battaglia di Taylor dal vivo. Molto carina e bizzarra "Traffic Jam" pezzo eseguito solamente voce-percussioni, con un ironico e divertente testo sullo stress quotidiano dato dagli ingorghi automobilistici. Gemma del disco: "Secret O' Life" splendida ballata 'Tayloriana' (una delle sue più belle), dolce, delicata e dal bellissimo e poetico testo sui misteri della nostra esistenza sulla terra, da questa 'Planets spinning through space The smile upon your face Welcome to the human race'. Un pezzo meraviglioso, che vale l'intero disco. Molto bella anche la blueseggiante "Bartender's Blues", la storia di un umile barista, confinato fra le quattro mura del suo locale, che vede tristemente passare ogni giorno decine di facce sconosciute.

In conclusione, un classico album di James, che non stupisce, ma non tradisce mai!


  • Zarathustra
    2 ott 06
    Recensione: Opera:
    Questo disco sarà "carino" come dici tu, però non è davvero nulla di speciale, molto meglio Sweet Baby James, anche perchè, a mio modesto parere, l'acustica gli dona di più.
  • Paolos
    2 ott 06
    Recensione: Opera:
    Indubbiamente Zarathustra con la classica ha dato sempre il meglio di sè. D'accordo anche su Sweet Baby James che non ha proprio nulla a che vedere con questo disco, infatti a quello gli ho dato senza pensarci su due volte 5 stellone.
  • Recensione: Opera:
    Conosco solo la bellssima "secrets o'life". un pezzo veramente emozionante come pochi, capisco che tu dica che vale il disco intero.
  • odradek
    5 ott 06
    Recensione: Opera:
    Ho visto quel che hai pensato bene di fare sulla pagina di JoP dedicata a Mozart e Celine. Poi ho letto le tue. Quindi voto, rispettando la proporzione tra qualità del testo e votazione: se quella è da 4, la tua non supera l'1. Ma siccome sono sempre stato un cuore tenero raddoppierò il voto. Mi pare corretto, non credi?

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