Sulle coste orientali della Scozia il mare del Nord porta la caratteristica nebbia (the Haar) fin dentro le case delle insenature e delle valli e allora non c'è niente da fare oltre ad aspettare che le cose succedano.

Sospeso come il primo Nick Drake (quello di "Five Leaves Left") tra la serenità della musica e l'agitazione dei testi, tra la scarna voce e la ricchezza della tessitura sonora, tra le piccole cose quotidiane e le grandi angosce universali, James Yorkston celebra la trasfigurazione del folk attraverso arrangiamenti che si avvalgono di un pugno di strumenti per dare la scossa al cuore senza bisogno di attaccare la spina alla rete elettrica. Chitarre, violino, clarinetto, bouzuki, piano, mandolino, harpsichord, timpani nelle mani dei fidati Athletes e un manipolo di preziosi ospiti del circuito folk quali Norma e Mike Waterson, Mary Gilhooly, Olly Knight, Nancy Elizabeth Cunliffe, ricamano merletti tramandati dall'antica tradizione del folk rock britannico.

La meraviglia acustica di "When the Haar Rolls In" si dispiega in tutto il suo splendore per accompagnare la voce virile di James, che talvolta si fa aiutare da quella femminile per sfociare in duetti dalla grande potenza evocativa. "Queen of Spain" è fatta di due voci e pochi strumenti, chitarra-piano-violino, che entrano a turno in una melodia il cui fascino resisterà negli anni per diventare sempre più forte come un albero che espande le radici sottoterra e il fogliame nel cielo terso di un'inattesa mattina di primavera.

L'atmosfera stordente di questo disco rimane costante per tutte le nove tracce che scorrono come per ricordarci che la vita non è un lungo fiume tranquillo. Storie di amanti separati che non possono tornare indietro ("Tortoise regrets hare") raccontate attraverso il fingerpicking della chitarra e le voci che si rincorrono lungo i prati ricoperti dalla brina. Nenie stordenti velate di un alone magico ("Midnight Feast") che si aprono in peana collettivi per ringraziare, come in The Wicker Man, una divinità pagana in qualche isola scozzese dimenticata da Dio. Tentazioni ("Temptation") destinate ad essere represse eppure narrate con il piglio del vissuto cantore di storie sospese tra amore e odio quale Leonard Cohen.

Rinnovando la tradizione dei grandi scozzesi Bert Jansch e John Martyn, alla sua quarta prova James Yorkston si muove con sicurezza lungo quel percorso emozionale lasciato da una mano che disegna spirali in un grumo di aria solida. E ci regala uno dei migliori dischi da ascoltare chiusi in casa per questo gelido inverno del 2008.

Affanculo il freddo... alziamo il bavero del cappotto e stringiamo la sciarpa attorno al collo: è ora di avventurarci nella nebbia.

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