La stesura del primo volume della seconda serie di libere reinterpretazioni dalle “Pergamene Angeliche” di pertinenza Masada, viene affidata alle emanuensi e certosine cure dell’essenziale e magnificamente sobrio jazz-trio guidato dal mustacchiato e strumentalmente fenomenico Mr. Saft.

Ad affiancare la eterodossa e spesso leggiadra tasto-imprimitura, s’apprezza la pertinente presenza di due pregiate e note figure per chi pràtica con interesse lo sterminato e multiforme audio-universo improvvisativo Tzadikiano: Mister Greg Cohen e Monsieur Ben Perowsky: affidabili e musicalmente elitari compagni di mille-e-una suono-scorribanda (non solo) Zorniana, a cui è rispettivamente affidato l’improbo, ma magnificamente svolto màndato, oltrechè d’accompagnar le sublimi quanto autentiche voluttà intessute pianofortisticamente dall’irsuto progetto-intestatario, di stupefare tramite il mero ausilio di contrabbasso e percussioni.

Opera polifonica risalente allo scorso anno, “Astaroth” si distingue nella sua compiutezza quale fulgido, esemplare esercizio di mirabile coesione musical-strutturale: talvolta tenui, spesso sgargianti, multiformi equilibri(smi) esclusivamente strumentali ammantano cospicua parte del lavoro, architettato tra compìte ed esuberanti mescolanze, quantunque rispettose, non in maniera pedissequa, della originaria partitura; a sintetizzante titolo d’esempio oserei porgere alla Vostra cortese attenzione la squisita e felpata “Ariel” o in alternativa il sinistro, reiterato, scheletrico mantra che conferisce titolo al lavoro: entrambe, pur discrepanti nella struttura portante, notevoli in virtù delle estrose, aviluppanti pacatezze armoniche che le contraddistinguono.

In certuni esigui frangenti le pagine del tomo risultano tutt’altro che docilmente scartabellate, travalicando, in sporadici anfratti, la soglia della scabra ma spettacolare furia suono-iconoclasta: come non restar estasiati dall’insistita acquerugiola di torbide note chiamata “Sturiel” oppure da quel graditissimo bijoux-baccanale a titolo “Ygal”.

Unico rilevabile, oggettivo difetto del mastodontico progetto in questione, non attinente nello specifico la rilettura in esame, la verosimile totale impossibilità, a menoché rèduci da generosi lasciti da parte di improbabili Zii transoceanici, nel tentar di tallonare la sterminata, e di qualità perennemente eccellente (ulteriore nota di biasimo..), impressionante mole di audio-materiali messi in cantiere e da promulgarsi nel breve volgere di una davvero ristretta cerchia temporale.

Ecchediamine (tenimmo famiglia).

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